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Mega centro turistico a Montenero, anche Legambiente dice no

South Beach sarebbe il colpo di grazia per la costa molisana, che su un totale di 35 chilometri, da Montenero a Campomarino, risulta già trasformato a usi urbani e infrastrutturali”. Legambiente Molise dice no al progetto – che è stato accolto con allarme anche a Vasto e San Salvo – e si unisce al coro di chi vuole contrastare l’insediamento di un mega centro turistico residenziale a Montenero di Bisaccia con 127 torri aventi altezza compresa tra 8 e 25 piani e  canali navigabili finalizzati ad un comodo e sicuro ormeggio di imbarcazioni e yacht di proprietà dei residenti.

La lettura del progetto desta in chi ha a cuore l’ambiente una forte preoccupazione per la colata di cemento che potrebbe abbattersi su una delle poche aree ancora salve dall’edificazione a cui la costa adriatica è stata sottoposta negli anni”, sostiene l’associazione ambientalista, “qualcuno crede sia arrivato il momento di devastare quanto di incontaminato è rimasto in quell’area con un progetto di cui non ci è ben chiaro l’interesse pubblico che potrebbe giustificare una valutazione favorevole. Se da un lato ci riteniamo preoccupati, dall’altro possiamo dirci sconcertati e anche abbastanza sorpresi, dall’entusiasmo con cui la giunta regionale del Molise, con la delibera n. 67 del 29/03/2021, riconosce di interesse regionale il progetto di valorizzazione turistico-residenziale denominato “South Beach”, di cui non sono chiari i criteri che giustificano tale riconoscimento. Un progetto di tale portata proposto con una relazione di poche decine di pagine senza che ci sia stato un minimo di confronto a livello di consiglio regionale. Quello che ci è chiaro invece è che il progetto modificherà i connotati del territorio, andando a peggiorare la situazione della costa molisana che negli anni ha visto ben 17 chilometri modificati in modo irreversibile dal consumo di suolo con una preoccupante accelerazione del fenomeno negli ultimi anni. Il progetto South Beach va ad aggiungersi ai 12,7 chilometri occupati da  residence e seconde case, soprattutto tra Montenero e Termoli, in un tratto lungo il quale la ferrovia passa molto vicina  alla linea di costa”.

Si dice contraria anche la sezione Abruzzo e Molise dell’associazione erpetologi italiani, la quale ricorda che nell’area insiste un sito di interesse comunitario “Foce Trigno-Marina di Petacciato”, con una peculiarità “che deve essere conservata e migliorata, non certo soffocata da un ammasso di cemento. In un contesto internazionale dove gli impegni volti alla sostenibilità ambientale sono ribaditi in trattati, accordi, protocolli e convenzioni finalizzati alla tutela delle matrici ambientali e dell’equilibrio ecologico, il progetto risulta in evidente contrasto, un’iniziativa fuori contesto, anacronistica, quasi provocatoria», annota il coordinatore  Marco Carafa.

Anna Bontempo (Il Centro)

 

 

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