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Esplosione alla Sabino, due le ipotesi di reato: omicidio plurimo colposo o disastro colposo

Due sono i reati che il procuratore capo Giampiero Di Florio e il sostituto procuratore della Repubblica di Vasto, Gabriella De Lucia, potrebbero ipotizzare per la morte alla Esplodenti Sabino di Carlo Spinelli, 54 anni di Casalbordino, Paolo Pepe, 45 anni di Pollutri, e Nicola Colameo, 45 anni di Guilmi: omicidio plurimo colposo o disastro colposo.

Ieri mattina gli artificieri prima di poter entrare all’interno dell’azienda hanno dovuto mettere in sicurezza l’area. Operazione che ha richiesto più di sei ore di lavoro e solo nel pomeriggio i magistrati e il medico legale hanno potuto raggiungere il fabbricato del forno statico in cui si è verificata l’esplosione che ha ucciso i tre dipendenti. Sembra al momento inspiegabile la disgrazia, ma pare sia da escludere l’errore umano. Tutto lascia pensare ad una tragica fatalità o alla vetustà della polvere.

La polvere se vecchia può infiammarsi ed esplodere”, ha spiegato Guglielmo Rebuffati direttore marketing della Sabino. Le tre vittime, a detta dei titolari, non stavano facendo nessuna lavorazione esplosiva o particolarmente pericolosa. Eppure l’esplosione c’è stata.

Al momento il procuratore Di Florio non ha notificato nulla né chiesto particolari risposte al medico legale Pietro Falco che, oggi analizzerà i resti straziati dei corpi dei tre operai recuperati e trasferiti a Chieti dopo essere stati ricomposti, identificati e trasferiti all’obitorio del Santissima Annunziata di Chieti in attesa delle decisioni del magistrato.

Il passaggio dei feretri è stato accompagnato dal saluto militare delle forze dell’ordine presenti.

Il cantiere della Sabino Esplodenti è stato sequestrato e sigillato per permettere agli artificieri e ai vigili del fuoco di compiere nei prossimi giorni una minuziosa ricognizione. Gli esperti dovranno analizzare tutto il materiale che viene lavorato e quello che di regola veniva prelevato dalle tre vittime e da altri loro colleghi con le stesse mansioni.

Presto la Procura ascolterà tutti i lavoratori della Sabino esplodenti per cercare di scoprire dove e come si è verificato l’errore letale. I carabinieri del nucleo investigativo di Chieti e i colleghi del nucleo operativo di Ortona sono al lavoro da giorni per scoprirlo e continueranno ad indagare per arrivare alla soluzione del quesito.

Ora però ci sono le famiglie che aspettano il rientro dei corpi delle vittime per poter dare loro degna sepoltura. Il procuratore Di Florio ha chiesto dunque ai periti di accelerare il più possibile le operazioni per far tornare nei loro paesi le salme prima di Natale. Nel frattempo i titolari della Sabino Esplodenti hanno espresso la propria vicinanza alle famiglie delle vittime.

Paola Calvano

 

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