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Leone: “Il Covid è rientrato nelle Rsa, ecco le mie proposte alla Verì e a Marsilio”

Il Covid 19 è rientrato nuovamente con prepotenza nelle strutture Socio Sanitarie ex art.26 e nelle RSA, RA, case di riposo, etc. Ci siamo dimenticati troppo presto dei contagi e dei decessi delle persone anziane che si
erano registrati nella 1 fase emergenziale da Covid 19. Eppure tutti ricordiamo le frasi “basta con la strage dei nostri nonni”! Invece eccoci nuovamente qui a contare i contagi e i decessi.

Non voglio, in questo momento polemizzare, questo è il momento dove tutti siamo chiamati a rimboccarci le maniche a intensificati gli sforzi, proteggere le persone fragili e arrestare i contagi nelle strutture socio
sanitarie ex art.26 e nelle RSA che dal Nord al Sud continuano a crescere!
Qui da noi si segnalano al momento contagi nelle RSA e strutture socio sanitarie nella provincia dell’Aquila, Teramo e Chieti e si contano complessivamente oltre 60 contagi tra infermieri, fisioterapisti, oss, medici etc. che, ricordiamolo non solo non hanno ricevuto 1 euro di Bonus Covid ma hanno anche il contratto scaduto da oltre 8 anni e il loro stipendio non supera i 1200 euro al mese e spesso subiscono il Dumping contrattuale
in un settore dove si applicano diversi contratti, ognuno più al ribasso dell’altro, ognuno con diritti tagliati.

E allora questo, come dicevo è il momento di proporre soluzioni e di dare un contributo cosi come ha fatto il recente DPCM che menziona le RSA e le strutture socio sanitarie e che vieta l’accesso dei parenti e visitatori,
limitandolo ai soli casi indicati dalla direzione sanitaria, con il fine di prevenire possibili trasmissioni di infezione. Anche il protocollo messo a fuoco alcuni giorni fa dall’Agenzia Regionale Sanitaria d’Abruzzo va in
questa direzione e cioè quella di tutelare gli anziani fragili e gli operatori. Infatti il protocollo individua il personale sanitario che lavora in questi contesti socio sanitari come operatori classificati ad elevato rischio
di contagio.

E se lo scopo del DPCM e del Protocollo vanno nella giusta direzione, cioè quello di ridurre/azzerare i contagi, dall’altra parte, vietando l’accesso dei parenti, indirettamente aumenta il livello di solitudine delle persone
anziane/ fragili e aumenta i carichi di lavoro del personale sanitario che sono già provati dalle carenze organiche e sono provate dall’emergenza COVID che dura dal mese di febbraio. Questi operatori sanitari oltre a svolgere attività proprie della professione, come prestare cure, erogare assistenza, effettuare prelievi, medicazioni, elettrocardiogrammi, cure igieniche, etc. trovano il tempo di trasformarsi in barbieri, parrucchieri, organizzano video chiamate con i familiari dei pazienti e si organizzano per ritirare panni puliti e consegnare quelli sporchi e tra una terapia e l’altra, tra la rilevazione dei parametri e una medicazione, tra un’attività e l’altra si ritagliano lo spazio per fare quattro chiacchiere e fare compagnia agli ospiti che in questa fase emergenziale non possono ricevere le visite dei parenti.

Allora propongo all’assessore alla Sanità Veri e al Presidente Marsilio di valutare la possibilità in questa fase emergenziale di attuare alcune misure straordinarie nelle strutture socio sanitarie ex art.26, RSA, etc. come
quella di aumentare le dotazioni organiche con il fine di aiutare chi è già in campo contro il virus da febbraio, ma soprattutto con l’obiettivo di dare risposte più efficace nella lotta a questo nemico invisibile e dedicare
più tempo alle persone.

Un’altra proposta è quella di prevedere in questa fase emergenziale la presenza del medico H24 nelle RSA. RA, etc. e ancora chiedo che vengano aiutate le strutture socio sanitarie nell’ acquisto dei DPI, fondamentali per la prevenzione contro il virus ma soprattutto riconoscere una forma di ristoro per compensare la forte contrazione delle prestazioni subita in questi mesi di emergenza a causa della chiusura delle attività e per finire la preghiera di convocare le OOSS e ARIS RSA e AIOP RSA per trovare un accordo sull’erogazione del premio incentivazione non erogato al personale costretto ad essere posto in FIS e soprattutto discutere del rinnovo contrattuale del settore.

Daniele Leone infermiere coordinatore CGIL FP regionale sanità privata convenzionata

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