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Ex stazione in abbandono, il piano per salvarla

E’ legata alla vendita della sede del Centro di ricerche Mario Negri Sud il  futuro della ex stazione ferroviaria di piazza Fiume, oggi in totale stato di abbandono. La Provincia guidata da Mario Pupillo sta per cedere il complesso che ospitava l’istituto scientifico di Santa Maria Imbaro al prezzo di 10 milioni e 700mila euro all’Amil (associazione mutilati ed invalidi del lavoro) Lazio.

Il ricavato della vendita verrà utilizzato per acquisire le vecchie stazioni ferroviarie, tra cui quella di Vasto che potrebbe essere destinata a scopi compatibili con il cicloturismo, un settore in via di espansione. La conferma arriva da Vincenzo Sputore, consigliere comunale di Vasto in quota Pd e delegato provinciale della Via Verde.

Da parte della Provincia c’è l’intenzione di acquisire al patrimonio dell’ente le quattro ex stazioni ferroviarie presenti lungo i 42 chilometri di pista ciclopedonale”, spiega Sputore, “c’è una trattativa in corso con le Ferrovie che risultano essere ancora proprietarie delle strutture e si sta pensando di utilizzare i soldi derivanti dalla dismissione del Mario Negri Sud, che è in dirittura d’arrivo”.

Con la vendita del complesso che ospitava l’Istituto scientifico e che è chiuso da cinque anni, la Provincia prende due piccioni con una fava: da una parte incamera risorse finanziarie che entrano nel bilancio dell’ente, dall’altra consente il riutilizzo di una struttura da destinare a ricerche biomediche  e farmacologiche.

Non c’è solo il problema della ex stazione ferroviaria di piazza Fiume in abbandono, ma anche quello delle gallerie ancora chiuse al transito delle bici, circostanza che di fatto ne impedisce la fruizione. Sono tre nel tratto vastese.

“C’è un ordine di servizio della Provincia che, attraverso il Rup, Valerio Ursini ha intimato alle imprese appaltatrici della Via Verde di cominciare i lavori, ma le ditte non hanno ancora  ottemperato”, fa sapere Sputore, “la galleria che ha maggior bisogno di manutenzione è quella tra Casarza e Vignola. Il fatto che siano ancora chiuse  preclude la fruizione della pista ciclopedonale. Spiace constatare  che imprese della provincia di Chieti, che dovrebbero tenerci in modo particolare, non abbiano inteso dare seguito ad un ordine di servizio. Con le gallerie chiuse abbiamo perso un’importante occasione, quella di rendere fruibile una infrastruttura strategica, nel periodo di maggior afflusso turistico”.

Intanto l’opera che deve essere ancora ultimata sta subendo l’assalto dei vandali e degli incivili. Già si contano i danni. C’è chi vi scorazza in lungo e in largo con l’auto, magari vantandosene sui social e chi decide di parcheggiarci sopra la macchina, magari dopo averne percorso un tratto, in barba a tutti i divieti. Insomma, l’Abruzzo in bicicletta deve ancora attendere.

Anna Bontempo (Il Centro)

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