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Cementificio, ecco perchè i giudici hanno detto no

Determinante è stata la mancanza del parere del Comitato di gestione della riserva naturale di Punta Aderci, ma nell’elenco dei motivi che hanno spinto i giudici amministrativi ad accogliere il ricorso di Legambiente e Wwf ci sono anche illegittimità, inadempienze e mancato recepimento di disposizioni regionali. La sentenza del Tar di Pescara contesta l’operato del Comune e conferma, qualora ce ne fosse bisogno, che il parere favorevole rilasciato dall’ufficio tecnico dell’ente era illegittimo e carente sotto diversi punti di vista.

LA SENTENZA DEL TAR – Il collegio formato da Paolo Passoni, Renata Emma Ianigro e Massimiliano Balloriani ha ricostruito in 27 pagine l’annosa vicenda del progetto della Escal, la società di Manfredonia intenzionata a produrre leganti idraulici (cemento), a due passi dall’area protetta. Le due associazioni ambientaliste – rappresentate dall’avvocato Francesco Paolo Febbo –   avevano chiesto  l’annullamento del parere favorevole rilasciato dall’ufficio tecnico del Comune alla valutazione di incidenza ambientale (Vinca) sul progetto, sostenendo, fra l’altro, “che l’azione amministrativa condotta dall’ente sembra tutelare e difendere non l’interesse nazionale, ma il progetto di realizzazione del cementificio”. Nel contenzioso si è inserita con un intervento “ad opponendum” l’Oasi, l’associazione che raggruppa alcuni operatori della zona industriale di Punta Penna, la cui legittimazione, seppur contestata dai ricorrenti, è stata riconosciuta dal Tar. Queste le conclusioni dei giudici amministrativi. “Il ricorso è fondato e merita accoglimento non potendo l’amministrazione definire il procedimento di Vinca senza tener conto che il provvedimento era subordinato all’acquisizione del parere favorevole del Comitato di gestione,  quale organismo tecnico deputato all’espletamento delle funzioni di controllo e di vigilanza sulle attività che si svolgono all’interno della Riserva”.

REAZIONI “Queste sentenze devono portarci ad un’azione concreta di riconversione ecologica della zona industriale che confina con un’area protetta, un sito Sic e la Via Verde della Costa dei Trabocchi”, commentano il sindaco Francesco Menna  e l’assessore Paola Cianci.

Soddisfazione viene espressa dalle associazioni cittadine.

 “La sentenza chiarisce che và avviata una ripianificazione urbanistica  della zona”, commenta Lino Salvatorelli dell’Arci, “ridà dignità al Comitato di gestione della Riserva e ribadisce che i procedimenti vanno seguiti con puntualità e senza ritardi dal Comune”.

Francesco Del Viscio, coordinatore cittadino di Articolo 1 si augura che “questa sentenza sia un ulteriore momento di riflessione sull’enorme potenziale economico, moderno e sostenibile che rappresentano dalla riserva di Punta Aderci e la Costa dei Trabocchi. E’ arrivato il momento di riprogrammare una strategia di sviluppo sostenibile, innovativa, ecologica che possa valorizzare il territorio sia sul piano ambientale che su quello economico ed occupazionale”.

Per Angela Pennetta del Comitato L’Arcobaleno “il sindaco Menna e l’assessore Cianci, nel disperato tentativo di recuperare i voti degli ambientalisti,  hanno rimediato l’ennesima brutta figura”.

Anna Bontempo (Il Centro)

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