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Casa Lavoro a Vasto, l’Osapp chide un incontro urgente con il Prevveditore Cantone

Sul trasferimento dei detenuti di tutto l’Abruzzo alla Casa Lavoro di Vasto è intervenuta anche la Segreteria Generale dell’Osapp (Organizzazione Sindacale Autonoma Polizia Penitenziaria) che ha inviato una lettera al Provveditore Amministrazione Penitenziaria Lazio, Abruzzo, Molise, Carmelo Cantone, alle Rappresentanze Sindacali del Territorio di Vasto, al Direttore della Casa Lavoro di Vasto, Ruggero Giuseppina, al Segretario Generale Osapp, Beneduci Leo, al vice Segretario Generale Osapp, Proietti Consalvi Giuseppe.

Oggetto della lettera la richiesta di un incontro urgente alla luce delle notizie poco confortanti della Casa Lavoro di Vasto.

“Signor Provveditore, mi rivolgo a Lei per l’ennesima volta in questi ultimi giorni e lo faccio come mio solito con spirito costruttivo. Capisco che qualche volta posso sembrare sarcastico scontroso, ma le posso garantire che sono animato da sincero rispetto per le regole e sincero rispetto per il personale di Polizia che io rappresento.

Sono stato costretto a fare questa premessa, perché ciò che vado poi a scrivere può dare adito a errate interpretazioni che non hanno modo d’essere.

Dopo la brutta esperienza di Pescara, reparto Covid, che pareva si fosse conclusa con una riunione, nella quale lo scrivente aveva inteso che Lei aveva capito e accettato l’idea di costruire un dialogo con le parti sociali, ci si trova di colpo di nuovo proiettati in uno scontro tra le forze sindacali e il personale da parte, e Lei dall’altra.

Naturalmente queste situazioni generano tensioni crescenti che portano a un disinnamorarsi delle personale nei confronti del proprio lavoro, che è la cosa peggiore che possa capitare in un ambiente dove oltre alle regole, conta l’impegno profuso da parte di tutti gli attori in campo.

Lo scrivente non si capacita del perché un dirigente così esperto abbia voluto creare una tale situazione.

Naturalmente, la decisione unilaterale adottata da Lei circa il trasferimento di tutti gli arrestati d’Abruzzo nella sede di Vasto, già bastava per creare una frattura, non tanto per la decisione che noi comunque contestiamo ma soprattutto per le modalità. Sì, quella modalità che oramai è desueta per i giovani Poliziotti, e incomprensibili per gli anziani, con una parola “imposizione”.

Errore che oltre a colpire la Polizia Penitenziaria, colpisce anche un intero territorio, perché mi permetto di ricordare che le norme istituiscono il Provveditorato quale Ufficio di Dirigenza Generale le “impongono” di porsi come interlocutore anche con gli enti territoriali (capitolo 4 nota gap 0206745-2012), e lo scrivente ritiene che un territorio che vede cambiare lo status dell’Istituto ivi presente, da Casa Lavoro a Casa Lavoro con sezione Quarantena Covid, (quindi rischi salute) ha diritto di essere informato.

Cosa che quando appreso da organi di informazione e pare non è successo, nemmeno con note di carattere informale, che non si negano neanche nelle situazioni di buon vicinato.

Questa situazione surreale, che ha visto i colleghi presenti in servizio e proiettati in un nuovo incarico, sicuramente diverso da quello che svolgevano fino al giorno prima per una serie di fattori, secondo lo scrivente configura un chiaro esempio di modifica dell’organizzazione del lavoro, pertanto non attuabile senza preventivo confronto con le OOSS.

Non bastasse ciò, pare che le cose siano già da pochi giorni già cambiate.

Naturalmente, rifacendo lo stesso errore di “imporre” non si sa alla luce di quali eventi occorsi, giungono notizie, che Lei ha deciso di sostituire la Sezione Quarantena Covid una sezione piena di detenuti provenienti da altro istituto dove all’insaputa di tutti arriveranno i detenuti arrestati di tutto l’Abruzzo, attualmente dislocati a Vasto.

Sembra di vivere in un gioco con la particolarità che tutti gli attori in campo sono vittime. Vittime di una non informazione,  vittime di una disorganizzazione, vittime della burocrazia.

Voglio solo fare un ridotto elenco di ciò che ha una riunione fra le parti in causa avrebbe evidenziato:

Lei sai benissimo delle carenze di Vasto e sa benissimo che Vasto è un piccolo istituto, e sa benissimo che le carenze in un piccolo istituto sono a percentuali uguali più gravi se i numeri sono bassi (quindi richiesta di uomini).

Sa benissimo che il Decreto istitutivo di casa Lavoro ha portato Vasto a diventare uno dei due centri in Italia per gli Internati, con una difficile gestione tra il circuito internati e altri circuiti, causa anche la dislocazione e disposizione delle aree interne (quindi richiesta di telecamere, automatismi).

Sa benissimo dell’età media dei Poliziotti Penitenziari presenti a Vasto (personale giovane).

Sa benissimo delle carenze di mezzi e di uomini del locale Nucleo Traduzioni e Piantonamenti (personale e mezzi).

Sa benissimo della carenza di uomini negli uffici Matricola, Comando, e questa cosa comporta un aumento significativo e repentino di detenuti.

Sa benissimo che tutto questo porta una modifica sostanziale dei carichi di lavoro e quindi sa benissimo che il primo passaggio da fare è quello con i Sindacati, ascoltando anche loro proposte.

Le stesse che vorremmo dirle nell’incontro che spero lei fissi prestissimo, perché se è vero o no che ci sia una modifica, le problematiche non cambiano.

Naturalmente noi siamo pronti a un incontro con Lei per esporre tutte le nostre perplessità e motivazioni, ed eventuali richieste. Ma altresì senza indugio alcuno siamo pronti con l’aiuto del territorio e dei suoi rappresentanti e intraprendere azioni che diano la giusta visibilità presso gli organi superiori delle problematiche esposte, qualora Lei opponesse un diniego a tale richiesta.

Nel rispetto dell’uomo e del Dirigente e della sua storia, mi preme sottolineare che il concetto sopra esposto nulla a che fare con la parola “minaccia”, ma è un rispettoso tendere la mano per raggiungere l’obiettivo di trovare un incontro, nel rispetto del personale che a Vasto in questi anni ha portato avanti sempre e comunque, l’immagine della Giustizia.

In attesa che lei confermi l’incontro, ricordiamo che il personale degli in dissenso a quanto da lei imposto continua lo stato di agitazione con l’astensione della frizione della Mensa Ordinaria di Servizio

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