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Cementificio, udienza al Tar dopo due anni

Il ricorso è stato depositato nel 2018, ma finora non c’è stata ancora nessuna decisione. Bisognerà attendere il 12 giugno per conoscere le sorti del cementificio a pochi passi dalla riserva naturale di Punta Aderci e dall’omonimo sito di interesse comunitario (Sic). Dopo due anni di attesa e proprio nel momento in cui sembravano essersi perse le tracce di un contenzioso che ha registrato una forte opposizione popolare, è stata fissata la data dell’udienza al Tar.

I giudici amministrativi pescaresi   devono pronunciarsi sulla richiesta di Wwf e Legambiente di annullare il parere favorevole  rilasciato dall’ufficio tecnico del Comune alla valutazione di incidenza ambientale (Vinca).

In ballo c’è il progetto della Escal di Manfredonia intenzionata a produrre leganti idraulici (cemento) nella fascia di protezione esterna della riserva di Punta Aderci.

Una decisione, quella del Tar,  attesa con ansia dalle associazioni – che hanno presentato il ricorso tramite l’avvocato Francesco Paolo Febbo – dal Comune, che per una scelta politica ha deciso di non costituirsi in giudizio per difendere l’operato dei suoi funzionari e dagli stessi operatori economici.

Nel contenzioso, infatti, è intervenuta anche l’associazione Oasi che raggruppa le imprese della zona industriale di Punta Penna e sulla cui costituzione in giudizio il Tar deve ancora pronunciarsi. Insomma, salvo rinvii, il 12 giugno si conoscerà la decisione dei giudici amministrativi su una querelle che vede contrapposti interessi diffusi, come quelli relativi alla tutela dell’ambiente e gli interessi degli operatori economici che chiedono di avviare attività imprenditoriali.

Ancora una volta la giustizia amministrativa è chiamata a pronunciarsi su questioni che dovrebbe essere la politica a risolvere con una oculata pianificazione territoriale. Contro il cementificio ci fu una forte mobilitazione popolare culminata il 28 gennaio con una marcia silenziosa e pacifica.

In ottocento sfilarono lungo i vialoni della zona industriale per dire no ad attività di impatto ambientale e per testimoniare il loro amore per un luogo, la riserva di Punta Aderci, che in questi anni ha fatto incetta di riconoscimenti per le sue peculiarità naturalistiche.

Anna Bontempo (Il Centro)

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