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Sulle tracce dell’aceto vastese delizia dell’800

Nell’Ottocento Vasto produceva grandi quantità di aceto. Un aceto di pregio, annoverato tra i migliori in Italia,  che imbarcato su bastimenti partiva alla volta di Comacchio, comune della provincia di Ferrara,  dove veniva utilizzato per la marinatura delle anguille, prodotto di eccellenza di quella zona. A ricordare l’importante produzione è una ricerca di Alessandro Cianci,  appassionato di storia vastese, il quale attraverso la lettura di vecchi testi ha scoperto che l’aceto prodotto in città fino all’Ottocento, era un ingrediente ricercatissimo, ritenuto buono per la marinatura del pesce.

Lo spunto per approfondire l’argomento è arrivato, come ricorda lo stesso Cianci, leggendo una notizia apparsa lo scorso mese di ottobre sul Resto del Carlino sul restauro della “Sala degli aceti”. L’articolo del  quotidiano emiliano ricordava le enormi botti appoggiate al muro “dentro le quali potrebbe ancora essere custodito l’aceto di vino bianco di Vasto, prezioso ingrediente per preparare la marinatura delle anguille di Comacchio”.

“La produzione era così massiccia che la maggior parte del prodotto veniva imbarcato su bastimenti che partivano alla volta di Venezia e quindi per Comacchio”, ricorda Cianci, “si pensi che nel solo periodo che va dal 1831 al 1839 dal porto di Vasto furono spedite oltre 3.000 botti di aceto  per lo più verso i porti di Venezia e Trieste. Stiamo parlando di una produzione importante e sicuramente nota nell’Italia preunitaria della quale, successivamente, sembra perdersene le tracce. L’aceto di vino è oggi dimenticato a Vasto ma è ancora citato dalle guide turistiche della città di Comacchio.Nella memoria di qualche vastese o nelle cantine della città antica potrebbe ancora sopravvivere il ricordo dell’aceto di Vasto”.

Durante la sua ricerca e spulciando alcuni libri di storia, Cianci si è imbattuto in un saggio del 1861 del professor Amati, secondo il quale l’aceto di Vasto era molto ricercato nel napoletano “per la forza e il gusto, mentre lo storico locale Luigi Marchesani racconta che nella Vasto del XIX secolo erano numerose le cantine che vendevano aceto. Nella memoria di qualche vastese potrebbe ancora sopravvivere il ricordo dell’aceto di Vasto. Spero, con questa ricerca, di contribuire alla riscoperta di questa antica tradizione”.

Anna Bontempo (Il Centro)

 

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