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E’ battaglia sul recupero degli opifici industriali. Paolucci (Pd): “Pronti 3.500 emendamenti”. Stella (M5S): “Vari i territori coinvolti. Si pensi a Punta Aderci”

Si accende il dibattito sul progetto di legge presentato dal Presidente del Consiglio regionale, Lorenzo Sospiri, volto a recuperare le aree e gli opifici industriali. I no sono tanti e sull’argomento sono intervenuti il Consigliere regionale, capogruppo del Pd, Silvio Paolucci e la Consigliere regionale Barbara Stella.

“Abbiamo già preparato 3500 emendamenti solo per gli articoli 1 e 2”, afferma senza mezzi termini Paolucci. “Siamo di fronte ad un disegno di legge folle che vuole dare la possibilità di far riconvertire i capannoni dismessi delle aree industriali persino in centri commerciali”. In merito ricorda come la regione Abruzzo “abbia già il più alto numero di centri commerciali”.

Un progetto di legge per il consigliere regionale del Pd dunque “inutile e dannoso che desertificherebbe ulteriormente Chieti, aggredirebbe le aree verdi in come quella Punta Aderci. La nostra battaglia – conclude Paolucci – andrà fino in fondo”.

“Alla luce di quanto emerso dalla Commissione del Consiglio regionale dell’Abruzzo che si è riunita a L’Aquila ed anche alla stregua di tutti gli auditi presenti, dal presidente dell’ARAP, ai rappresentanti dei comuni di Vasto, Teramo e L’Aquila, trovo conferma quanto già affermato: il progetto di legge in esame ha sì la volontà di recuperare queste aree, ma in modo del tutto approssimativo”. È questo invece il commento della Consigliere regionale del Movimento 5 Stelle, Barbara Stella.

“I territori coinvolti da questo dispositivo di legge – continua la consigliera – sono vari e con differenze sostanziali”, facendo riferimento anche all’area del Vastese “che vede all’interno del nucleo industriale una riserva naturale come quella di Punta Aderci”.

La riqualificazione – continua Stella – deve puntare a riconsegnare aree o edifici in decadenza attraverso parchi pubblici, aree di aggregazione sociale. In sostanza attraverso servizi al cittadino che mirino davvero ad una riqualificazione e cioè, trasformando queste aree in un’opportunità che offra servizi troppo spesso dimenticati per il miglioramento della qualità della vita di tutti i cittadini abruzzesi”.

Parla poi degli interventi di recupero dal punto di vista ambientale che “sarebbero a carico del proprietario che si ritroverebbe ad affrontare costi elevati, prima che il sito possa essere riqualificato. Questo vuol dire che al di là delle belle parole, ai fatti, – conclude Stella –  probabilmente ci ritroveremo di fronte ad aree in cui insistono sia le strutture riqualificate, ovvero quelle che necessitano di un costo minore per essere recuperate, che altre ancora in stato di abbandono perché i costi di una eventuale bonifica non li vorrà sostenere nessuno”. 

 

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