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Sevel, concluso l’incontro a Torino tra i sindacati e il Comitato Esecutivo

Si è concluso l’incontro a Torino tra Fca-Sevel e le segreterie nazionali e territoriali Uilm, Fim, Fismic, Ugl, Aqcf e componenti del Comitato Esecutivo Sevel. Cinque le richieste avanzate al tavolo dalla Uilm: “legare la nuova turnistica (10+2 e 5 di notte) strettamente alle esigenze di mercato, quindi se la produzione scende, si deve poter tornare a lavorare dal lunedì al venerdì su 10 turni; riconoscere una voce economica che retribuisca in modo specifico il lavoro di sabato svolto in regime ordinario; concordare misure che riducano la permanenza in fabbrica il sabato, in particolare per il secondo turno, prevedere per il turno di notte volontario meccanismi di alternanza, qualora il numero dei richiedenti superasse le disponibilità e definire un percorso di stabilizzazione occupazionale per i colleghi in somministrazione e staff leasing, qualora i volumi produttivi della Sevel saranno consolidati”.

Inoltre – fa sapere sempre la Uilm –  abbiamo ribadito la richiesta di rivedere in tutta Fca il trattamento economico del lavoro prestato nel giorno libero da parte del personale professional. L’azienda si è detta disponibile a discutere i temi a patto che non si contesti quanto già riconosciuto da Tutti compresa la Fim, in Commissione paritetica nazionale, vale a dire che l’Azienda può adottare la nuova turnistica in base alla legge e al contratto. La Fim Cisl, presente solo il segretario nazionale, ha dichiarato che non era in grado di proseguire e ha chiesto l’annullamento dell’incontro. Ne abbiamo preso atto.”

Ma per Amedeo Nanni della RSA Fim Cisl della Sevel, “L’incontro previsto per questa mattina a Torino tra Fca e le segreterie nazionali /territoriali e il comitato esecutivo di Sevel sostanzialmente non si è svolto. Assenti gli esecutivi Fim in quanto hanno ritenuto insieme alle proprie segreterie nazionali e territoriali non esserci le condizioni per fare un accordo sindacale. Siamo meravigliati – conclude Nanni – delle dichiarazioni fatte da altre organizzazioni sindacali su eventuali aperture aziendali e se realmente fosse stato così, capire perché non hanno sottoscritto l’accordo, avendo i numeri per farlo”.

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