Inammissibile il ricorso. La Corte di Cassazione per la seconda volta dichiara nullo il decreto di sequestro del bar Evelin e degli immobili rientranti nell’operazione Evelin. La sentenza è stata emessa mercoledì sera. I legali dei proprietari, gli avvocati Marisa Berarducci e Antonello Cerella che contestavano i provvedimenti, si dicono soddisfatti.
Gli immobili – valore un milione e 200mila euro – non saranno consegnati alla collettività.
L’inchiesta, condotta dai carabinieri e dalla guardia di finanza e che aveva portato al sequestro cautelare del bar, oltre a 4 immobili, 5 società e 19 auto per un valore di 1,2 milioni di euro, era scattata lo scorso 28 gennaio quando i finanzieri e i carabinieri dei Comandi Provinciali di Chieti, Campobasso e Foggia avevano dato esecuzione al decreto di sequestro preventivo emesso dal G.I.P. del Tribunale di L’Aquila, Giuseppe Romano Garganella, su richiesta del Sostituto Procuratore della Direzione Distrettuale Antimafia del capoluogo abruzzese, Stefano Gallo, nei confronti dei presunti componenti il sodalizio criminale che secondo l’accusa operava a San Salvo e nell’area del Vastese.
Il provvedimento era stato il secondo atto di una indagine partita da una sparatoria all’interno del bar Evelin nel 2015 e che aveva portato all’arresto di 15 persone, 10 in carcere e cinque ai domiciliari. Nella nota si annunciava che i beni sequestrati sarebbero stati restituiti alla collettività per finalità sociali.
“Quei beni sono il frutto di attività legali”, hanno ribadito gli avvocati Berarducci e Cerella .“Resteranno ai loro legittimi proprietari”.
A febbraio 2019 c’era già stato un primo annullamento del decreto da parte del Riesame, con la conseguente restituzione dei beni agli aventi diritto. Seguì un ricorso che il 12 settembre la Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile.
Paola Calvano (Il Centro)