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Ora la crisi del governo fa tremare la Pilkington

Musi lunghi sotto gli ombrelloni. Perplessità sul volto dei sindacalisti. La crisi di governo fa crollare le certezze sulla vertenza Pilkington e su tutte le altre vertenze in corso. Le buone notizie arrivate da Pescara dopo l’incontro in Regione fra i dirigenti del colosso vetrario e gli assessori Mauro Febbo e Piero Fioretti ora restano sospese. La crisi si traduce in niente di certo per i lavoratori del colosso vetrario. L’unica certezza sono i 55 esuberi.

«Sia l’azienda che gli assessori Febbo e Fioretti”, ricorda il segretario provinciale della Cisl, Franco Zerra «all’inizio del mese sì sono mostrati fiduciosi nella prosecuzione del piano di risanamento. La Regione era fiduciosa che potesse essere accolto ed avallato anche dal ministero dello Sviluppo economico. Il sostegno da parte del Mise è indispensabile”, ricorda Zerra.

La Regione ha dato la propria disponibilità ad intervenire, ma l’ intervento regionale è condizionato dal proseguimento del piano quinquennale degli investimenti 2018-2023 e alla prosecuzione del piano di ristrutturazione sottoscritto dalle parti a suo tempo. Tutti attendono con ansia di vedere che cosa accadrà a Roma nelle prossime ore. Entro la settimana il nodo dovrebbe essere sciolto.

Nel frattempo il Vastese spera. Gli assessore Febbo e Fioretti, erano pronti a rapportarsi con il ministero per ribadire il valore del colosso del vetro e il valore strategico della multinazionale per il territorio del Vastese. “La Nsg Pilkington“, ricordano Cgil, Cisl, Uil e Cobas “è importantissima e non solo in termini occupazionali diretti, ma anche indiretti”.

Oltre ai due stabilimenti satellite Primo e Bravo, c’è una miriade di piccole e medie aziende che lavorano per il più grande centro produttivo di vetri per auto del mondo. Pilkington garantisce l’occupazione di oltre 1.700 dipendenti, che salgono a 2.300 considerando le società controllate. I sindacati la scorsa settimana hanno ribadito che il Vastese non può permettersi di perdere nemmeno un posto di lavoro. Il territorio ha bisogno dell’attenzione del governo nazionale.

Pilkington in un anno ha investito 17 milioni in nuove tecnologie e ne ha altri 13 da investire. Cifre che avevano convinto il Mise e la Regione a fornire incentivi e fondi per scongiurare licenziamenti. Legittima quindi ora la preoccupazione dei lavoratori e dei rappresentanti provinciali di Cgil, Cisl, Uil e Cobas, che da mesi lavorano per ridare slancio al territorio.

«Nessun impianto deve essere fermato», hanno detto nel corso di una conferenza stampa convocata prima della crisi di governo, Franco Zerra, Emilio Di Cola, Arnaldo Schioppa e Domenico Ranieri. «Il momento è delicato, ma Pilkington può fare un salto di qualità».

Paola Calvano (Il Centro)

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