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Pilkington, lettera di licenziamento per 55

C’è grande attesa oggi alla Pilkington di Piana Sant’Angelo per quello che i dirigenti del colosso vetrario riferiranno ai rappresentanti sindacali dopo l’ultimo incontro avuto ieri al ministero delle Attività produttive. Il 15 luglio i sindacati hanno ricevuto dall’azienda la comunicazione ufficiale dell’avvio della procedura di licenziamento collettivo secondo la legge 223/91. Da quella data ci sono 45 giorni di tempo per evitare il licenziamento di 55 dipendenti, 50 operai e 5 impiegati.

Purtroppo il mercato dell’auto ha ancora il freno a mano alzato. Il calo di vendite di vetture influisce negativamente sulle aziende del settore. Nsg Pilkington pur di evitare i 55 licenziamenti ieri è tornata a Roma a discutere con il governo per ottenere nuovi ammortizzatori sociali in considerazione dello stato di crisi del territorio.

L’esito del confronto romano sarà illustrato oggi ai sindacati nel corso di un’incontro in fabbrica. A seguire sono previste le assemblee con i lavoratori. «I sindacati», hanno ribadito nei giorni scorsi Franco Zerra, segretario provinciale Cisl ed Emilio Di Cola segretario provinciale della Cgil, «lotteranno in tutti i modi per salvare i posti di lavoro. La speranza è che Pilkington trovi una via d’uscita. A ogni buon conto“, ha precisato Di Cola “ogni decisione sarà presa dopo le assemblee con i lavoratori».

Già a fine giugno il ministero aveva negato l’inserimento del territorio nelle aree di crisi e di conseguenza nuovi ammortizzatori sociali. Salvo colpi di scena 55 lavoratori a settembre saranno rimandati a casa. Un nuovo colpo per l’economia del Vastese. L’azienda purtroppo è stata chiara. Sebbene il piano industriale sottoscritto lo scorso 18 giugno proceda secondo quanto previsto e che si stiano installando i nuovi impianti tecnologici più competitivi, gli esuberi restano.

I nuovi impianti e le nuove lavorazioni saranno attivati non prima della fine dell’anno finanziario 2019-2020 e quindi non potranno riassorbire gli esuberi dichiarati. Questo significa che il numero di esuberi rischia di crescere . È evidente che per il Vastese l’intervento del ministero rappresenta un ancora di salvezza. I rappresentanti di Cgil, Cisl, Uil e Cobas, insieme alle rsu di fabbrica, non nascondono forte preoccupazione.

I sindacati hanno chiesto all’azienda e torneranno a farlo oggi, di fare tutti gli sforzi necessari affinché si ricarichino le linee produttive, si riqualifichi il personale attraverso una costante formazione e soprattutto si ricollochi il personale laddove vi siano carenze ristudiando anche una nuova organizzazione del lavoro. Non ultima dove possibile, una ipotesi di lavoro part time.

Paola Calvano (Il Centro)

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