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Violenza in famiglia, inflitti sette anni e mezzo

Sette anni e mezzo di reclusione, l’interdizione dai pubblici uffici, diecimila euro di risarcimento a ciascuna delle parti lese. E’ la sentenza emessa dal tribunale di Vasto per G.S. un uomo di origine campana con un lungo e turbolento passato giudiziario. L’imputato è stato riconosciuto colpevole di violenza sessuale aggravata e maltrattamenti in famiglia. Un passato movimentato, la latitanza all’estero, il carcere e l’inserimento nel percorso di protezione dello Stato. Poi nel 2016 l’arresto a Vasto con l’accusa di avere abusato delle figlie. Ad accusarlo furono le stesse ragazze. Un’accusa che l’uomo ha sempre rigettato.

«Ho commesso tanti errori”, scrisse il collaboratore di giustizia a IlCentro “ma sono un uomo di vecchio stampo e non avrei mai fatto male alle mie figlie», ha scritto.

L’uomo, attraverso il suo legale, ha raccontato la propria verità , pregando i magistrati di ascoltarlo. La storia è delicatissima. Secondo l’accusa, dal 2013, l’uomo avrebbe cominciato ad avere un atteggiamento strano nei confronti delle figlie, (una è minore). La polizia che lo ha ammanettato dopo un mese di intercettazioni , ha parlato di abusi sessuali e maltrattamenti in famiglia. Una storia terribile , ma l’uomo ha sempre smentito sostenendo fossero calunnie.

La polizia però , prima di arrestarlo, indagò per un mese ricorrendo alle intercettazioni. Da quelle indagini scattarono le manette e pesanti contestazioni per il collaboratore giustizia. I giudici , nel corso del processo durato due anni ,hanno ascoltato dodici testimoni e fra loro la moglie del collaboratore e le figlie. Le donne, che si sono costituite parte civile e sono state rappresentate dall’avvocato Arnaldo Tascione, hanno ribadito le accuse e risposto alle domande senza esitazione, raccontando la loro verità. La figlia più piccola è ancora minore e la sua posizione è seguita da un tutore.

Anche il Comune di Vasto, che ospitava l’uomo come collaboratore di giustizia, si è costituito parte civile.Il Tribunale per i minori dell’Aquila ha affidato nel frattempo la figlioletta che ora ha 9 anni a una Casa famiglia. Ma anche la figlioletta della figlia maggiore di 19 anni e che ha denunciato il padre, è stata affidata a un istituto. La procura ha disposto perizie approfondite sulla vicenda. Un pool di periti, psicologi e terapeuti ha lavorato per anni per stabilire l’attendibilità degli accusatori e scoprire la verità.

Due giorni fa è arrivata la sentenza di condanna. Soddisfatto l’avvocato della parte lesa, Arnaldo Tascione, sia la moglie che le figlie dell’uomo dovranno essere risarcite. E’ probabile che il difensore dell’imputato presenti ricorso in appello.

Paola Calvano (Il Centro)

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