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“Il porto è insabbiato, va potenziato per le ditte”

Da mesi il porto di Punta Penna è stato dichiarato “scalo marittimo centrale” nella mappa regionale dei porti abruzzesi, ma il dragaggio atteso da anni si fa ancora attendere. Questo è uno dei tanti crucci degli operatori portuali costretti a rifiutare importanti arrivi per mancanza di fondali adeguati o strutture idonee.

Pilkington continua a trasferire i prodotti su gomma e Sevel , che produce un migliaio di furgoni al giorno può caricarne solo un terzo a Vasto. Circa ottocento furgoni ogni giorno raggiungono il porto di Salerno percorrendo la Trignina. Un aggravio di spesa per il colosso industriale che, stando ad uno studio condotto dall’Arap , supera i 4 milioni di euro ogni anno.

“Più volte”, dice Primiano Biscotti segretario provinciale della Cisl “Sevel ha insistito sulla necessità di adeguare e potenziare il porto di Punta Penna”. I sindacati sono seriamente preoccupati. Altrettanto forte è la richiesta di sistemazione della viabilità.

“Allo stato attuale servizi e infrastrutture sono in condizioni pietose”, dice Biscotti. Tante le opportunità perse dal porto di Punta Penna. Opportunità che oltre a portare altrove denaro frenano anche le tante opportunità lavorative che potrebbero derivare da una attività portuale più vivace.

Aconfermarlo è anche la AMV, agenzia marittima vastese. L’industriale Remo Salvatorelli spiega. “La movimentazione crescente dello scalo avrebbe dovuto far assumere al porto di Vasto un ruolo essenziale del sistema logistico di trasporto”, dichiara il decano degli industriali vastesi.

“Lo scalo portuale di Punta Penna è stato scelto come scalo di riferimento per il settore commerciale e per la “green economy” internazionale. Che si aspetta a fare il dragaggio? Quando ci si renderà conto dell’importanza di questo porto? Le attività portuali danno posto a centinaia di artigiani. Qua si continuano a rifiutare opportunità. Se le grandi industrie andranno via sarà un disastro. La politica locale per prima deve tornare a credere nelle potenzialità di Punta Penna e insistere con la Regione e le autorità competenti”. conclude Salvatorelli.

Paola Calvano (Il Centro)

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