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Vasto, c’è la pista dell’intimidazione all’avvocato

Attentato al ristorante Lo Scudo. Quarantotto ore dopo il “botto” nella zona è tornata la tranquillità. In realtà dietro l’apparenza tranquilla, c’è la frenetica attività investigativa dei carabinieri e la preoccupazione dei residenti. Le indagini dei carabinieri per identificare la persona che alle 3 di domenica ha sistemato una rudimentale bomba carta all’ingresso del locale di corso Garibaldi, vanno avanti senza sosta.

L’ordigno potrebbe essere stato ricavato unendo fra loro grossi petardi. L’attentatore potrebbe aver acquistato piccoli petardi regolarmente in commercio unendoli per amplificare gli effetti. L’oggetto comunque deve aver avuto una potenza limitata. Se fosse stata una vera bomba sarebbe saltato in aria il locale e lo stesso fabbricato avrebbe riportato gravi danni. I carabinieri, alla ricerca del movente, non tralasciano nessuna pista, neppure l’attività professionale dell’avvocato Nicola Bosco, figlio del titolare. Il legale, che ultimamente ha ottenuto diversi buoni risultati per i suoi clienti, potrebbe aver urtato la suscettibilità di qualche controparte che non ha gradito la sconfitta.

“Per quanto mi riguarda ripongo tutte la fiducia nell’operato dei carabinieri”, dice l’avvocato Bosco. Lo sciagurato che ha progettato il gesto potrebbe aver scelto il ristorante, piuttosto che lo studio legal , perchè più centrale. Un dispetto da far conoscere a tutti.

Tanti i messaggi di solidarietà ai titolare del ristorante e al figlio. Anche il presidente delle Camere penali di Vasto, l’avvocato Giovanni Cerella ha duramente condannato il gesto. “Esprimo”, ha detto l’avvocato Cerella, “solidarietà nei confronti dell’avvocato Bosco ribadendo con forza che gli avvocati consapevoli della delicatezza del loro ruolo e dei pericoli che corrono quotidianamente, non si fanno e non si faranno intimorire da chicchessia. Nel contempo auspico che gli inquirenti e le forze dell’ordine tutte riservino sempre maggiore attenzione al territorio di Vasto e del Vastese“, afferma Cerella.

Intanto gli investigatori continuano a visionare le immagini catturate dagli impianti della videosorveglianza accesa nella zona. Le telecamere raccontano l’arrivo dell’attentatore. Dalle immagini i carabinieri scopriranno se l’uomo era solo, come è riuscito a posizionare l’ordigno fra la grata metallica e la porta del locale e la direzione in cui è fuggito. Quello che i carabinieri sperano è che le immagini rivelino l’identità dell’uomo.

I cittadini così come i commercianti della zona sono molto preoccupati. “Se è un messaggio, l’autore potrebbe replicare il gesto”, dicono tornando a chiedere maggiore protezione.

Paola Calvano (Il Centro)

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