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Gli ambientalisti in campo contro il cementificio

Quattordici pagine fitte di argomentazioni per dimostrare  che il ricorso delle associazioni ambientaliste è “infondato” e che l’eventuale annullamento del parere favorevole alla valutazione di incidenza (Vinca) rilasciato dalla sezione urbanistica comunale “si risolverebbe in una lesione diretta del suo scopo istituzionale, che è quello di assicurare l’affermazione dello sviluppo sostenibile”.

L’associazione di imprenditori vastesi Oasi, si inserisce nel contenzioso avviato da Legambiente e Wwf sull’attività di produzione di leganti idraulici (cementificio)  a Punta Penna, nella fascia di protezione esterna della riserva naturale di Punta Aderci e presenta un “intervento ad opponendum”. E’ questa la novità rilevante dopo il ricorso depositato più di un anno fa dalle due associazioni ambientaliste contro il parere favorevole rilasciato dal dirigente della sezione urbanistica comunale, Stefano Monteferrante allo studio di incidenza ambientale della Escal, la società di Manfredonia che ha rilevato lo stabilimento realizzato a suo tempo dalla Trace e completato dalla Vastocem per la produzione a freddo di cemento.

“L’intervento dell’associazione di imprenditori è risibile e pretestuoso”, sostengono i rappresentanti di Legambiente e Wwf che ieri, insieme all’avvocato Francesco Paolo Febo, hanno tenuto una conferenza stampa a Pescara, “il nostro ricorso non si basa su un fronte del no a prescindere, ma su un atto amministrativo che a nostro avviso è minato da diverse irregolarità come già precisato lo scorso marzo 2018 al momento della presentazione. In attesa del pronunciamento del Tar di Pescara, atteso probabilmente entro fine anno, è importante ribadire la necessità di tenere i riflettori accesi su un territorio che è al centro dell’interesse dell’intera Costa dei Trabocchi e della Regione Abruzzo e di quanto sia importante tutelare quella che è stata riconosciuta anche all’estero come una delle spiagge più belle d’Italia, un fiore all’occhiello per il territorio e fonte di ricchezza per l’economia turistica che non può essere messa a rischio da uno sciagurato progetto industriale vecchio di anni e legato a una economia ormai superata e a un’imprenditoria locale fuori tempo. Non vorremmo che questa visione miope e circoscritta a pochi interessi privati arrivi a mettere in discussione il bene comune e la vera ricchezza economica ed occupazionale di questo territorio che passa anche attraverso la Via Verde”.                      

Anna Bontempo (Il Centro)

 

 

 

 

 

 

 

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