Sparatoria al bar Evelin. Il gip del Tribunale di Vasto ha accolto la richiesta di rinvio a giudizio per 4 indagati. Tre gli accusati di tentato omicidio in concorso: Fasli Faslia, 35 anni, disoccupato, Clirim Tafili detto Jimmi, 49 anni, imprenditore edile, e Bimi Tafili. Un quarto indagato, Elvin Tafili, è accusato di detenzione di arma da fuoco. I quattro sono tutti albanesi. Il primo fu ferito alle gambe da tre colpi di pistola.
Il 23 aprile è in programma l’udienza preliminare davanti al giudice Italo Radoccia. La vicenda che risale al 2015 sarà rivissuta in aula. Dodici i colpi sparati. Tre in sequenza, altri 9 dopo una breve pausa. Ma non fu la stessa pistola a sparare. Le pistole sequestrate dai carabinieri, dopo la sparatoria della sera del 14 aprile 2015 a San Salvo davanti al bar Evelin in contrada Stazione, furono due. Due Beretta calibro 9 detenute illegalmente.
Secondo la ricostruzione degli investigatori, Faslia raggiunse il bar Evelin. Tafili si trovava all’interno del bar. Faslia era armato di pistola: una semiautomatica calibro 9. Prima ancora di riuscire a entrare fu raggiunto da tre proiettili esplosi all’interno del locale. Anche se ferito, Faslia riuscì a mettersi al riparo e rispose al fuoco esplodendo, a sua volta, altri colpi di pistola. Il movente del regolamento di conti pare fosse un conflitto d’interesse.
A difendere gli indagati saranno gli avvocati Marisa Berarducci, Alessandro Orlando, Giovanni Di Santo, Fiorenzo Cieri e Luigi Stampone.
Paola Calvano (Il Centro)