Ha accolto la sentenza dei giudici (Bruno Giangiacomo, Michela Iannetta e Stefania Izzi) con le lacrime agli occhi, ma questa volta le lacrime di G.A. erano di gioia. L’ex marito , K.A., è stato condannato a due anni e mezzo di reclusione per minacce, lesioni e maltrattamenti. L’imputato ha rischiato una pena molto più severa. L’accusa più grave era quella di violenza sessuale e il pm aveva chiesto 6 anni di reclusione.
La difesa di K.A., rappresentata dagli avvocati Antonello Cerella e Silvia Ranalli ha convinto i giudici che mancavano sufficienti elementi probatori per corroborare le ipotesi accusatorie e, in particolare, come dall’istruttoria dibattimentale non fosse emerso alcun elemento di riscontro in merito ai fatti di violenza carnale riferiti dalla parte offesa.
Il processo era iniziato nel dicembre 2016 , dopo due denunce sporte dalla moglie. La Procura contestava all’imputato vari episodi di minacce e violenza oltre a violenza sessuale tra le mura domestiche. I giudici hanno ascoltato anche le figlie della coppia per riferire sul clima che si viveva in casa e sui frequenti litigi che si verificavano tra i genitori.
Il collegio, dopo una camera di consiglio durata circa due ore, ha accolto la tesi della difesa assolvendo l’imputato dal reato di violenza sessuale e condannandolo alla pena di anni 2 e 6 mesi 6 per le altre imputazioni previa concessione delle attenuanti generiche. Tre anni fa, G.A. grazie all’avvocato Silvia Notaro dello sportello antiviolenza Emily era riuscita ad ottenere dal tribunale di Vasto su richiesta del procuratore Giampiero Di Florio un provvedimento di allontanamento. Sia la Procura che i magistrati del tribunale vastese sono molto sensibili al problema ed hanno deciso di usare il pugno di ferro con gli stalker. Troppi sono stati negli ultimi anni gli episodi di violenza che hanno visto le donne vittime.
Paola Calvano (Il Centro)
