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“La pista ciclabile di Vallone Lebba va pulita e collegata alla Via Verde”

“Una immediata azione di recupero della pista ciclabile di Vallone Lebba per consentire a sportivi e ciclisti di utilizzarla al meglio ed un suo collegamento con la Via Verde”. Arriva dalle minoranze l’invito rivolto all’amministrazione comunale a bonificare e rimettere in sicurezza il percorso naturalistico costato 600mila euro di soldi pubblici e trasformato oggi in una discarica abusiva a cielo aperto con gran parte della staccionata in legno divelta e con i rifiuti abbandonati perfino nel letto del torrente.

L’intervento di Edmondo Laudazi, Alessandro D’Elisa, Guido Giangiacomo, Vincenzo Suriani e Francesco Prospero fa seguito alle recenti dichiarazioni del sindaco Francesco Menna che, chiamato in causa dai giornalisti sullo stato di abbandono del percorso naturalistico, ha affermato che la pista ciclabile di Vallone Lebba “non rientra tra le priorità dell’amministrazione comunale”.

“Forse nel maldestro tentativo di prendere le distanze dal “costoso gioiello”, lasciato alla città dal suo predecessore Lapenna, che si è nel frattempo trasformato in una vera e propria pericolosa discarica a cielo aperto, Menna conferma l’incapacità della azione della sua giunta in materia di salvaguardia e di tutela del patrimonio ambientale e delle infrastrutture cittadine”, attaccano i cinque consiglieri del centrodestra, “noi crediamo che vada rilanciata immediatamente questa azione di recupero della pista ciclabile della Lebba, per consentire a sportivi e ciclisti di  utilizzarla al meglio e per non rendere vano l’esito di un imponente finanziamento pubblico, con insorgenza di possibile danno erariale. Proponiamo quindi che si ricolleghi il citato percorso ciclabile, lasciato in abbandono, con il tracciato della Via Verde in corso di realizzazione, ed utilizzando allo scopo una modesta variazione del tracciato non ancora definito nella zona nord dell’abitato di Vasto”.

Per Laudazi, D’Elisa, Giangiacomo, Suriani e Prospero “intersecando i ciclotracciati sul vallone Lebba o sul vallone Apricino, potrebbe essere realizzata una pista di grande valenza naturalistica, turistica ed ambientale che renderebbe disponibile una ciclovia che si diparte dal centro della nostra città e che potrebbe direttamente collegare la pregevole zona della riserva di Punta Aderci. Proponiamo quindi che vengano utilizzati, almeno in parte, i due milioni di euro concessi dal ministero dell’Ambiente e depositati presso le casse comunali, tramite il patto territoriale Trigno Sinello, e lasciati a dormire da quasi tre anni, con un progetto sconosciuto ed in attesa della improbabile realizzazione – tra l’altro – di un fantasioso osservatorio astronomico”.

Anna Bontempo (Il Centro)

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