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Vallone Lebba, “La manutenzione spetta al Comune”

Spetta al Comune l’onere e la responsabilità di tenere in “perfetto stato di manutenzione ed efficienza” la pista ciclabile di Vallone Lebba, in totale abbandono e trasformata in una discarica a cielo aperto dove è possibile trovare di tutto. E’ scritto nero su bianco sulla concessione con disciplinare stipulata il 31 luglio 2008 tra il Consorzio di Bonifica Sud e il Comune.

Il documento regolamenta i rapporti tra i due enti, ma soprattutto le diverse competenze rispetto ad un’opera pubblica costata 600mila euro di soldi pubblici e venuta alla luce durante la precedente giunta guidata dall’ex sindaco Luciano Lapenna.

GLI ACCORDI DISATTESI – Con il disciplinare di 10 anni fa il Consorzio autorizzava i lavori relativi al primo lotto funzionale del percorso ciclabile, stabilendo che il concessionario, cioè il Comune, “si assume l’onere e la responsabilità di tenere in perfetto stato di manutenzione ed efficienza l’opera”, mentre lo stesso Consorzio “si riserva la facoltà di ordinare in qualsiasi momento eventuali interventi di riparazione o manutenzione ritenuti necessari ed indispensabili a salvaguardia della sicurezza e della pubblica incolumità sia delle persone, sia delle cose o a prevenire allagamenti dei terreni, strade od opere in genere”. A conti fatti e a ben vedere le disastrate condizioni in cui versa il percorso naturalistico, appare chiaro come quell’accordo di programma sia stato completamente disatteso da entrambe le parti. A meno che non esista un contenzioso fra il Comune e il Consorzio, circostanza smentita dall’avvocatura comunale.

UNA MATASSA INTRICATA – Chi ha avuto l’ardire di inoltrare richiesta di accesso agli atti per tentare di trovare il bandolo della matassa nell’intricato dedalo di delibere, determine dirigenziali, disciplinari e atti amministrativi è giunto alla conclusione che ci siano diversi aspetti da chiarire. Ne è convinto Carlo Centorami dell’associazione “Vasto Libera”.
Nell’arco di ben nove anni sono riuscito ad ottenere, non senza fatica, una lunga serie di atti e documenti”, racconta il presidente del sodalizio, “ho tentato quindi di ricostruire tutto l’iter della pista ciclabile di Vallone Lebba e di analizzare la funzione ed il ruolo dei vari soggetti coinvolti, cioè Comune, Consorzio di Bonifica, Demanio, privati proprietari, ma il tutto appare come una matassa intricata. Non è stato facile, in base alla documentazione in mio possesso, ripercorrere tutti i vari passaggi di quest’opera pubblica oggi abbandonata a se stessa. Ci sono delle evidenti responsabilità che, a mio avviso, devono essere accertate: è un atto dovuto nei confronti dei cittadini vastesi sempre più vessati da tasse e balzelli”.

COM’E’ LA PISTA OGGI – Realizzata nel 2010 con fondi del Patto Trigno-Sinello Sinello destinati alla “creazione , adeguamento e potenziamento delle strutture per lo sport e il tempo libero”, il percorso ciclabile si presenta disseminato di micro discariche abusive, con la staccionata di legno completamente divelta in alcuni tratti e in altri inghiottita dalle canne e con tante crepe lungo la carreggiata. Il repertorio dei rifiuti abbandonati è vasto: dai calcinacci che qualche impresa edile ha buttato da quelle parti piuttosto che smaltirli in maniera appropriata, ai pneumatici (ce ne sono tantissimi), alle buste stracolme di materiale non differenziato, ai materassi e alle suppellettili. Nel torrente Lebba, dove anni fa era possibile pescare gamberi di fiume, sono finiti una sedia da giardino e dei mobiletti. Insomma, il degrado regna sovrano.

Anna Bontempo (Il Centro)

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