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Tesserino per dializzati, “Caos finito in ospedale”

Curarsi è meno faticoso da qualche tempo per i dializzati. “Grazie al giornale Il Centro che ha raccontato i nostri disagi”, spiega Silvio Di Stefano il rappresentante dell’associazione dializzati del Vastese “ma soprattutto grazie all’interessamento della dottoressa Francesca Tana della direzione sanitaria che ha preso a cura la nostra storia da qualche tempo la Asl con protocollo 1875 ha disposto la presentazione di un tesserino al parcheggio dell’ospedale. La tessera permette di oltrepassare la sbarra del piazzale solo ai pazienti dializzati. Solo coloro che esibiscono il documento consegnato dall’Aned, associazione nazionale emodializzati, dialisi e trapianto, possono accedere all’area riservata ai malati. “Finalmente andare in ospedale non è più un problema“, dice Silvio Di Stefano.

“La tessera evita che la inciviltà di alcuni impedisca a chi ha bisogno di curarsi di parcheggiare in un punto vicino al luogo di cura. Come per i portatori di handicap ogni ospedale ha posti auto riservati ai pazienti con patologie particolari che hanno bisogno di cure salvavita”, dice Silvio Di Stefano. “I malati come me però non riuscivano a parcheggiare per il menefreghismo e la superficialità di molti”.

Malati e costretti ad innumerevoli disagi per colpa di abusivi che occupavano i posti macchina a loro riservati. Silvio Di Stefano a fine estate ha lanciato attraverso IlCentro un sos chiedendo una soluzione. Non era un capriccio“, ripete il responsabile Aned. “Quando si va a fare la dialisi è importante trovare un posto auto. Io ho problemi di deambulazione e altri handicap. Avevo più volte protestato presso la direzione sanitaria senza nessun risultato. Nel parcheggio dei disabili e dei dializzati, parcheggiava personale e altri abusivi. Negli spazi a noi riservati entravano tutti, persino furgoni e gente che non aveva nulla a che fare con la dialisi”. I tesserini di parcheggio vanno messi sul parabrezza così da poter distinguere i malati dagli abusivi. “Ringraziamo tantissimo chi ha preso a cuore il nostro problema. Per noi è cambiato tanto”, testimonia Silvio Di Stefano.

Paola Calvano (Il Centro)

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