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Sale slot, proroga di due anni, “Errore negativo”

Lo stop per due anni alla chiusura e allo spostamento di sale gioco e slot machine? Un errore se si considera l’impatto sociale negativo del gioco patologico”. L’associazione “Torna il sorriso”, sodalizio senza fini di lucro nato in città su impulso di un gruppo di dottori commercialisti, boccia senza tanti preamboli la modifica apportata dalla Regione Abruzzo alla legge del 2013 che vieta nuove aperture nel raggio di 300 metri dai luoghi sensibili, cioè scuole, chiese e strutture sanitarie, stabilendo che le autorizzazioni per l’installazione di slot machine e videolotteries già esistenti sarebbero decadute entro cinque anni dall’entrata in vigore delle disposizioni legislative.

Invece, puntuale è arrivata la proroga della Regione che sposta a sette anni la scadenza. Le modifiche, approvate a fine agosto, sono arrivate, tra l’altro, proprio mentre alcuni comuni stavano cercando di adeguarsi alla legge. E non sarebbe stato certo un male visto che secondo gli ultimi dati del Mef (Ministero economia e finanze), sono più di 7mila le slot presenti in Abruzzo, 400 i punti scommesse e 6 le sale bingo.

Per non parlare della triste escalation del gioco patologico, una dipendenza a tutti gli effetti – che gli esperti definiscono “comportamentale” – capace di distruggere chi ne è affetto sia sul piano psicologico sia su quello economico. Non fa eccezione il Vastese dove i giocatori patologici piano piano stanno venendo allo scoperto, rivolgendosi al Ser.D, ma anche all’associazione “Torna il Sorriso” nata per promuovere una serie di iniziative finalizzate alla divulgazione di una legge poco conosciuta, quella sul sovraindebitamento, detta anche “legge salva suicidi”. Ed è proprio il sodalizio, presieduto da Giuseppe Schiavo, che analizza l’impatto negativo delle modifiche approvate alla legge regionale.

“Il 21 novembre prossimo in Abruzzo sarebbero dovute scadere tutte le autorizzazioni relative a sale giochi e slot nei locali pubblici, non in linea con la legge numero 40 del 21 novembre 2013”, attacca Schiavo, “invece il consiglio regionale con un mini emendamento ha stabilito lo spostamento dell’entrata in vigore da 5 anni a 7. Cioè un rinvio al 21 novembre 2020. Una proroga che non risolve il problema che ha un forte impatto sociale. Il gioco d’azzardo lecito in Italia ha un volume d’affari annuale pari a circa 100 miliardi di euro con circa 100.000 persone occupate. E il sovra indebitamento tra i giocatori patologici, adottando criteri di calcolo prudenziale, ammonterebbe a circa 5 miliardi di euro”.

Anna Bontempo (Il Centro)

 

 

 

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