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Spaccio di droga, il Riesame decide sugli arrestati

Sono trascorsi 20 giorni dal blitz antidroga che ha portato in carcere 14 persone. I difensori ritengono non vi sia più alcun motivo per trattenere in carcere gli indagati distribuiti fra gli istituti di pena di Vasto, Lanciano, Chieti e Teramo. Gli avvocati Raffaele Giacomucci e Giovanni Cerella, legali di gran parte delle persone coinvolte, si sono appellati al Riesame.

L’udienza è in programma domani mattina. Il risultato non è affatto scontato. La Procura è decisa a contrastare il fenomeno dello spaccio che provoca a sua volta molti reati. Una delle vicende più inquietanti ed emblematiche legate all’uso della droga è la rapina all’ufficio postale di Monteodorisio. I soldi della rapina servivano per pagare la droga.

Il pm Gabriella De Lucia il giorno dopo l’operazione dei carabinieri con 14 arresti e la scoperta delle case di tre famiglie rom trasformate in negozi di cocaina ed eroina ha rimarcato l’ampiezza del fenomeno e il viavai di tossicodipendenti in città. Le forze dell’ordine hanno intensificato i controlli cercando di contenere il fenomeno al quale sono collegati altri reati.

Le indagini, lunghe e complesse, sono state supportate da intercettazioni ambientali e pedinamenti. Oltre alle intercettazioni telefoniche, si sono rivelati preziosi ai fini investigativi i contatti tra gli indagati. Il numero delle persone coinvolte e la quantità di droga e denaro sequestrati, a giudizio della Procura vastese danno la misura del preoccupante livello di criminalità raggiunto nell’area vastese.

“Quello che raccontano le intercettazioni”, scrive il gip Fabrizio Pasquale che ha firmato le ordinanze di custodia cautelare “ è inequivocabile. Le modalità con cui agivano gli accusati denotano una evidente professionalità ed esperienza e anche una vera e propria organizzazione allo spaccio. Le tre residenze rom di via Istonia e via Luci a Vasto, via Pertini a San Salvo erano diventate un punto di riferimento per gli acquirenti e chi vi operava aveva stabili e saldi contatti con il mondo degli spacciatori». Accuse che i difensori contestano invocando la libertà per i loro assistiti.

Paola Calvano (Il Centro)

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