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“A Punta Penna una convinta azione di rilancio amministrativo”

Non crediamo che ai cittadini vastesi possa essere sfuggito, come qualsivoglia attività espletata nell’ambito del Porto di Vasto e/o della zona industriale circostante, diventi ogni giorno più complicat , oltre che per la permanente situazione di crisi economica nazionale, anche in ragione di un progressivo aumento della “pressione” ambientalista sui territori interessati.Si evidenzia, a riguard , un malcelato e preoccupante orientamento della pubblica amministrazione – sbandierato sui media ed in consiglio comunale -, non equilibrato e volto a disincentivare tutte le attività produttive o, addirittura di servizio, che sono insediate e di cui vengono continuamente ipotizzate la progressiva delocalizzazione o lo sfinimento per consunzione.

Nella zona risultano infatti vigenti una serie incredibile di vincoli urbanistici ed edilizi, e sono ulteriormente attivate alcune farraginose procedure burocratiche che mettono a repentaglio non solo qualsiasi investimento in imprese di produzione o di sviluppo degli impianti installati, ma anche la più semplice attività di scarico e di scarico delle merci trasportate a mezzo delle navi sul porto.

Sovente gli operatori di attività portoserventi che sarebbero interessati ad insediarsi e ad operare, vengono, addirittura, scoraggiati ed indotti ad andare in altre aree produttive, alla luce di surretizie incompatibilità con le aree protette.

Diventa, nello specifico, impossibile mettere rapidamente in funzione una semplice saldatrice ad arco o depositare nei magazzini aziendali esistenti delle merci da spedire o in arrivo via mare.

Si tratta cioè di una situazione operativa “distorta” dagli atteggiamenti dei pasdaran locali e che diviene ogni giorno meno sopportabile, fino a contrastare con la economia del territorio e con lo sviluppo del Porto di Vasto, rendendo nebuloso persino il prosieguo delle singole attività esercitate da tempo e che non presentano nessuna controindicazione di compatibilità ambientale.

La verità è che senza le imprese non ci creano nuovi posti di lavoro e si minaccia la sopravvivenza dei posti di lavoro esistenti.
Una amministrazione comunale inconcludente e disinteressata, potrebbe invece accertare il tasso effettivo di inquinamento e la qualità dell’aria realmente esistenti in zona, attivandosi tramite una VIncA complessiva, cercando di promuovere lo sviluppo e di garantire la compatibilità con le fragili zone protette, invece di limitarsi ad abbaiare alla luna, sperando che i problemi e le contraddizioni si risolvano da soli.

Non esiste, infatti, una “gomma” in grado di cancellare la storia e la vocazione di un territorio già insediato da oltre cinquanta anni, in adiacenza ad un porto commerciale regionale.

Occorre invece gestire la situazione esistente, con azioni mirate al miglioramento funzionale ed alla massimizzazione economico sociale delle aree interessate, di cui è facilmente possibile garantire la convivenza tra le varie funzioni espletate e le giuste esigenze di tutela paesaggistica e naturalistica.

Per queste ragioni, riteniamo che sia necessario promuovere una convinta azione di rilancio amministrativo, che possa salvaguardare sia l’ambiente che gli interessi del Porto di Vasto e delle nostre imprese, anche tramite adeguate azioni di coinvolgimento popolare e di diffusione del rischio di desertificazione produttiva che incombe sulla nostra città e a cui è opportuno rimediare, prima che sia troppo tardi.

Il Nuovo Faro
Edmondo Laudazi

Laudazi_Edmondo

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