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“Violenze sessuali e sanità vastese, perché Vasto non manifesta?”

Faccetta Rossa 1935. Faccetta nera. Mai i due autori, dopo più di 80 anni, avrebbero potuto immaginare che la loro marcetta sarebbe stata ancora oggetto di dispute ideologiche, nonostante siano passati ben 75 anni dalla caduta del regime. Si fa un gran parlare di apologia di fascismo tanto che a Vasto, la melodia caratteristica del brano, risuonando da un locale chiuso al pubblico, ha attirato l’attenzione di un giovane avvocato, il quale ha ritenuto opportuno intervenire, intrufolandosi nell’attività, per sventare l’incombente minaccia di matrice nera. Il proprietario del ristorante avrebbe schiaffeggiato il ragazzo (circostanza ancora da verificare perchè potrebbe aver invece reagito ad un tentativo di sopruso) e una vicenda che poteva risolversi in una bolla di sapone ha acquisito i soliti connotati tragici infarciti di vittimismo e platealità. Bisognerà anche verificare se è stata commessa una violazione di domicilio o una violenza privata del giovane che ha preteso che il gestore non potesse ascoltare musica durante l’orario di chiusura, perchè evocativa di fantasmi del passato. Solo la magistratura farà eventualmente luce sulla vera dinamica dei fatti.

Ma ci troviamo davvero davanti ad un caso eclatante di concorso in manifestazione fascista? Reato previsto dall’articolo 5 della legge Scelba. Non può considerarsi reato l’ascolto di musiche del Ventennio in sede privata se a mero scopo commemorativo (tenendo conto del fatto che è permessa la libera vendita di CD celebrativi con raccolte di brani scelti del periodo mussoliniano). In questo senso il tutto può essere reputato solo come “manifestazione libera di pensiero” e non un reale attentato all’ordine pubblico.

Detto ciò, oggi, “Vasto” scende in piazza su iniziativa ANPI contro il fascismo. Perchè scendere in piazza contro un inesistente caso di fascismo ed evitare accuratamente di manifestare per i veri problemi che attanagliano la città e non solo? Non sarebbe forse il caso di focalizzare l’attenzione sulla miseria morale emersa con il caso delle ragazzine sottoposte per anni ad abusi di gruppo da parte di loro coetanei? Qui si tratterebbe di violenza sessuale di gruppo, minacce, ricatti, pornografia minorile ed altri reati annessi. Giovani anime segnate per sempre da atti vigliacchi e disumani. E cosa dire sulla totale latitanza della sinistra vastese in merito al decadimento etico e culturale della città? Tanto pare che le violenze avvenivano in uno stabile abbandonato e mai messo in sicurezza dalla politica. Persistono le pessime condizioni e la scarsa sicurezza della viabilità in molte zone della città e prova ne sono i numerosi incidenti avvenuti in alcuni casi per mancanza di rallentatori e scarna segnaletica.

Dulcis in fundo, al posto di strumentalizzare ed ingigantire accadimenti innocui e tutti da dimostrare, dovrebbero preoccuparsi di come la sinistra regionale ha ridotto la sanità vastese, con liste di attesa infinite, declassamento di reparti di noto pregio come ad esempio quello di Gastroenterologia, senza aver mosso mai un dito e pertanto con la loro totale complicità omissiva. E’ su questi punti che dovrebbero “allertare il presidio” indossando la loro bella maglietta rossa. Invece, a quanto pare, l’importante è vigilare sugli “atti squadristi” e risolvere la realtà banalizzandola con una superba “reductio ad Hitlerum”.

Ma ci penseranno la Lega e il Comitato a tutela dell’ospedale a condurre battaglie e a manifestare in ogni sede e a scendere in piazza per difendere i diritti dei cittadini ad iniziare da quello alla salute del vastese che loro hanno deliberatamente mortificato.

Giovani della Lega-Salvini Vasto

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