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Vigili in fuga, altri quattro vogliono lasciare

Quattro richieste di trasferimento in altri comuni. Sono le domande presentate in questi giorni da agenti e ufficiali in forza al Comando di piazza Rossetti dove è in atto una vera e propria fuga. Dopo gli otto colleghi che nel giro di tre anni hanno deciso di andare via per essere adibiti ad altri settori della pubblica amministrazione rinunciando alla divisa, altri quattro addetti hanno chiesto il nulla osta per andare a svolgere il loro lavoro altrove. Hanno protocollato le domande  a ridosso del Ferragosto, periodo dell’anno in cui le attività di controllo e di vigilanza si fanno più serrate,   e con la consapevolezza che non verranno accolte.

Ma è l’ennesimo segnale lanciato alla politica chiamata a farsi carico di una situazione che diventa ogni giorno più esplosiva. Alle quattro richieste di “nulla osta” si è aggiunta nelle ultime ore una lettera firmata da quindici agenti ed ufficiali indirizzata al sindaco Francesco Menna, all’assessore delegato Luigi Marcello, al dirigente Michele D’Annunzio e alle organizzazioni sindacali.

“Se il Comando di polizia locale  riesce ad oggi a espletare le sue funzioni, pur tra mille difficoltà, è solo grazie allo spirito di sacrificio dei suoi agenti e tenenti che tutti i giorni svolgono il proprio lavoro improntandolo alla legalità, ma con costi elevatissimi in termini di benessere lavorativo ed individuale”, scrive il personale della polizia locale che esprime “sconcerto e stupore” per alcune recenti dichiarazioni del primo cittadino che aveva parlato di “richieste economiche” alla base della protesta dei vigili.

“In questo modo si tenta di distogliere l’attenzione da quelli che sono i reali problemi”, si continua a leggere nella nota, “cioè mancata valorizzazione professionale del personale, depauperamento del corpo in termini di professionalità umane, con ben otto mobilità in uscita negli ultimi tre anni che impoveriscono e minano l’efficienza del settore, carenze nell’organizzazione che determinano un malessere lavorativo ai danni non soltanto dei dipendenti, ma della cittadinanza tutta. Minimizzare il problema significa non averne contezza. I lavoratori sono risentiti dal tentativo dell’amministrazione di gettare fumo negli occhi, volendo trasformare una motivata e sentita necessità espressa da una parte dei suoi dipendenti in una bagarre di basso livello per qualche spicciolo. Noi chiediamo il rispetto delle regole e  gli strumenti per poter lavorare serenamente al servizio della città. Richieste che ad oggi non trovano una risposta positiva”.  

Anna Bontempo (Il Centro)

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