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“Basta odio, qui a Vasto non ha vinto nessuno”

La riduzione della pena non ridà certo serenità alla famiglia di Fabio Di Lello. Il giorno dopo la sentenza d’appello che ha ridotto di dieci anni la pena per Fabio Di Lello, 35 anni il panettiere che il 1 febbraio 2017 sparò al giovane che aveva ucciso in un incidente stradale la moglie Roberta Smargiassi per vendetta, la città piomba nel silenzio.

Un silenzio interrotto solo dai singhiozzi della madre di Italo D’elisa, Diana e dalle lacrime della madre di Fabio Di Lello, Michelina ricoverata in gravi condizioni all’ospedale di Pescara. Piange anche la mamma di Roberta Smargiassi che martedi ha assistito in silenzio al processo insieme al marito. Lacrime che urlano più dei cortei e delle richieste di giustizia invocate in città prima dell’omicidio. Ora nessuno se la sente di commentare il verdetto del presidente della Corte d’assise dell’Aquila, Luigi Catelli che ha condannato Di Lello a 20 anni riconoscendo le attenuanti.

Tace il sindaco, Francesco Menna. Il primo cittadino per la verità, non ha mai voluto commentare la vicenda. ” Deve essere rispettato il dolore delle famiglie coinvolte “, ha ripetuto ieri. Non vuole commentare il parroco della chiesa della Madonna del Sabato Santo, don Antonio Totaro , il sacerdote che un anno fa celebrò i funerali di Italo.

” Oggi come allora posso solo dire che prego per tutti i protagonisti di questa tragica vicenda”, dice il sacerdote. “Posso solo ripetere quello che dissi il giorno dei funerali di Italo: basta odio. In questa tragedia non ha vinto nessuno, ha perso la città”, dice il sacerdote auspicando che dopo tanto dolore la comunità vastese possa ritrovare la pace e il perdono.

Vasto è stordita . Anche il gruppo di persone che per mesi un anno fa appoggiò la richiesta di giustizia, ora non parla. Qualche commento arriva da Cupello, il paese in cui Fabio Di Lello allenava la squadra di calcio degli allievi. Anche il giorno dell’omicidio, prima di uccidere Italo D’elisa, Fabio aveva allenato i bambini.

” Quel giorno “, ricorda Michele Mazzarella dirigente del Cupello calcio “la notizia di quanto accaduto ci sconvolse. Oggi il mio pensiero va alla mamma di Fabio Di Lello. Spero che la riduzione della pena al figlio ,l’aiuti a riprendersi. Noi volevamo bene a Fabio. Non è un mostro ma ha commesso un fatto gravissimo e ucciso un giovane di soli 21 anni. Certo è che nessuna sentenza potrà ridare il sorriso a tre madri distrutte dal dolore , la mamma di Italo, quella di Fabio e quella di Roberta , una madre che ha visto prima morire la figlia e poi impazzire di dolore il genero”, riflette amaramente il dirigente.

Paola Calvano (il centro)

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