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Danni alla vegetazione, il Wwf chiede norme chiare

Il danneggiamento andrà perseguito, ma ritengo che queste problematiche non si possano risolvere con una multa. È la mentalità che deve cambiare e questo sarà possibile solo imponendo regole chiare e scientificamente ineccepibili”. Luciano Di Tizio, responsabile abruzzese del Wwf, associazione che insieme a Legambiente e Iaap (Istituto abruzzese aree protette), gestisce la riserva “Marina di Vasto”, interviene dopo il taglio della vegetazione retrodunale in area Sic effettuata da alcuni operatori turistici.

Si continua a parlare della Riserva commettendo un errore di base”, attacca Di Tizio, “sembra quasi che prima della attuale gestione congiunta Wwf-Legambiente-Iaap, ci sia stata una “età dell’oro” in cui tutto funzionava al meglio. Ebbene questo non è assolutamente vero. I problemi, che ancora ci sono, ma alla cui soluzione si sta attualmente lavorando, esistono da tempo e non sono stati risolti con la pura e semplice repressione. È la mentalità che deve cambiare e questo sarà possibile solo imponendo regole chiare e scientificamente ineccepibili. Stiamo lavorando in tal senso in collaborazione anche con l’Università del Molise. La Riserva avrà a breve tutti gli strumenti di cui ha bisogno, a cominciare dal piano di gestione. Intanto un dettagliato disciplinare è stato presentato in questi giorni al Comune e sarà rapidamente operativo. Si sta andando avanti e rispetto al vuoto normativo precedente sono stati compiuti importanti passi in avanti. Definiremo a breve anche un ufficio stampa per facilitare i contatti tra la Riserva e l’opinione pubblica, perché anche l’informazione rappresenta un tassello fondamentale verso un futuro più consono per un’area di enorme valore ambientale e contemporaneamente di grande attrattività per un turismo consapevole e finalmente capace di vivere la natura senza calpestarla”.

Il responsabile regionale del Wwf ritiene che “in passato ci sia stata solo una attività di vigilanza su base volontaria da parte di pochi coraggiosi attivisti. Un fatto lodevole ma ormai non più sufficiente: a breve istituiremo anche un coordinamento della vigilanza per ottimizzare gli sforzi e garantire migliori risultati. Agiremo sempre più su due piani: da una parte la repressione, dall’altra la sensibilizzazione togliendo ogni spazio alla approssimazione che spesso c’è stata in passato affrontando problematiche senza adeguate conoscenze di base. Ci vorrà un po’ di tempo ma sono certo che i risultati saranno positivi, come del resto dicono la gran parte dei segnali sin qui raccolti nel territorio. Del resto i frutti di dieci anni di sostanziale abbandono non possono essere superati in pochi mesi”.

Anna Bontempo (Il Centro)

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