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Gazebo fuori dai bar, stop al nuovo regolamento

Avrebbe dovuto migliorare la qualità dei servizi offerti dalle attività commerciali e dalle strutture turistico-ricettive, ma dopo alcuni mesi dalla sua approvazione sono emerse criticità soprattutto su dove sistemare gazebo e pedane. Risulta di difficile applicazione il regolamento sui dehors approvato il 28 novembre 2017 dal consiglio comunale e che l’amministrazione ha deciso di “congelare”. A queste conclusioni è giunto il sindaco Francesco Menna che, dopo aver consultato gli operatori del settore turistico-commerciale, i Consorzi e le associazioni di categoria, ha deciso di proporre la sospensione dell’efficacia del disciplinare.

“La finalità è quella di consentire agli uffici l’esame delle pratiche per la occupazione di suolo pubblico a favore degli operatori che aspettano da tempo e che vedono minacciata la loro attività anche in considerazione dell’imminente stagione estiva”, spiega il sindaco, “d’intesa con la giunta comunale  e i dirigenti dei settori competenti proporrò di sospendere l’efficacia del regolamento, che deve essere rivisto anche alla luce della delibera della giunta regionale del 28 dicembre 2017 che obbliga i comuni a modificare i regolamenti urbanistici, prevedendo anche la regolamentazione di tali strutture ”.

Per le minoranze consiliari, che a suo tempo avevano rimarcato una serie di lacune, è l’ennesima “brutta figura rimediata dall’amministrazione comunale”.

“Avevamo detto in tempi non sospetti che quel regolamento non avrebbe funzionato perché di difficile applicazione”, commenta Guido Giangiacomo, capogruppo consiliare di Forza Italia e componente della Commissione Affari Generali, “avrebbero prima dovuto approvarlo in consiglio comunale e poi siglare un protocollo d’intesa con la Sovrintendenza ai beni architettonici. E non il contrario. Hanno sbagliato la procedura. Il disciplinare deve essere chiaro ed applicabile, ma nello stesso tempo imporre regole che evitino la discrezionalità del passato:  il dirigente deve applicare il regolamento, non interpretarlo”.

I problemi con cui si sono imbattuti gli uffici sono gli stessi sollevati durante le riunioni della Commissione Affari Generali presieduta da Maria Molino e sono relativi alla distanza  di 2 metri tra un dehors e l’altro, un criterio che, si disse,  avrebbe potuto trovare difficile applicazione nel centro storico.

Le difficoltà maggiori sarebbero da ricollegare ai concetti di “adiacenza” e di “prospicienza”, poiché esistono situazioni oggettive, soprattutto nel borgo antico, in cui in determinate strade o piazze non si possono installare dehors né adiacenti, né prospicienti i bar. Oltre a fissare i criteri per l’installazione di gazepo e pedane, il disciplinare “congelato” impone l’adeguamento  entro tre mesi per le strutture aperte  e entro sei mesi per tutte le altre.

Anna Bontempo (Il Centro)

 

 

 

 

 

 

 

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2 Comments

  1. luisa molino

    Ogni tanto chiude un bar… Che nessuno intende rilevare. Tutti i bar, in generale, lamentano posti a sedere vuoti, scarsa velocità di circolazione, eccetto per il Miro’ al sabato sera. Troppe imposte, poche persone. Con la tassa di soggiorno di due euro a testa a villeggiante al giorno, si prevede un ulteriore calo di presenze legate all’ effetto psicologico della tassazione.In centro storico, l’ erogazione dell’ acqua viene sospesa alle 14 e trenta. Le povere vecchiette sono costrette a sollevare bidoni per non sostenere i costi elevati di istallazione di un -da sempre il centro storico è l’ inferno- impianto di autoclave. Quando l’ invecchiamento degli impianti richiede la sostituzione, oppure si hanno fughe di umidità che sollevano parquet o ammuffoscono le pareti, dinnanzi ai provvedimenti di chiusura della Asl ed all’ inerzia dei proprietari degli immobili di farsi carico dei costi, piovono azioni legali di rivalsa dei locatari. L’ Iva troppo elevata spinge il titolare a rimanere in servizio 24 ore su 24. Se i costi di assunzione del personale fossero più bassi, il titolare sarebbe ben felice di starsene più libero ed assumerebbe un paio di persone. Invece, è costretto a ricorrere a ragazzetti privi di esperienza per 600 euro al mese per 4 ore giornaliere ed i prezzi sono calmierati!

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  2. luisa molino

    Corrono voci di corridoio che anche il bar Roma, storico locale su piazza Rossetti aperto da Matteo Ventrella che intratteneva i clienti con il suo bel canto, rimasto aperto perché gestito dalla moglie dopo la sua scomparsa, chiuderà. Il proprietario vuole la disponibilità dell’ immobile che venderà in blocco. Mentre, uno dei due figli andrà a lavorare a Londra. Chi sarà disposto ad istallare nuovi chioschetti o a migliorarli, se queste sono le condizioni reali di mercato?

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