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Cimitero, si allarga l’inchiesta

Venti anni di tumulazione, procedure, pagamenti, riesumazioni. Gli agenti della polizia di Vasto, su disposizione della Procura della Repubblica hanno acquisito martedi mattina in municipio una montagna di documenti sul camposanto di Vasto. Fra i documenti c’è anche il registro delle tumulazioni.
Il motivo e l’origine dell’acquisizione dei documenti non è stato fornita neppure al sindaco. “Nello spirito di massima collaborazione istituzionale”, ha commentato il sindaco Francesco Mennaabbiamo provveduto a consegnare quanto richiesto, rinnovando, nella circostanza, massima fiducia nell’operato della magistratura”.
Il blitz della polizia potrebbe essere un atto dovuto per verificare accuse presentate da privati cittadini, oppure riguardare situazioni che si trascinano da tempo e che già tre anni fa l’allora sindaco di Vasto Luciano Lapenna aveva denunciato. Non è escluso neppure che l’acquisizione dei documenti sia collegato all’annuncio del Comune di voler esternalizzare il servizio cimiteriale. ” Quale che sia il motivo della visita della polizia sono sereno e pronto a collaborare”, insiste Menna ribadendo l’intenzione di concedere il cimitero in gestione privata per adeguarlo ai tempi e renderlo moderno ed efficiente.
” Fa parte della mia rivoluzione che riguarderà oltre al cimitero. l’illuminazione , l’evasione fiscale e molti altri servizi”.
Plaude alla visita della polizia che racconta di una indagine in corso sul cimitero l’ex sindaco Luciano Lapenna. ” Tre anni fa“, ricorda Lapenna “dopo aver ricevuto tantissime segnalazioni e lamentele presentai una denuncia alle autorità competenti. Ben vengano gli accertamenti della polizia nel segno della correttezza e della trasparenza amministrativa”.
Sul registro acquisito dagli investigatori ci sono le assegnazioni dei loculi, le procedure di tumulazione e anche le riesumazioni. Non è la prima volta che il cimitero di Vasto finisce al centro di una indagine. Nel 2013 partì una inchiesta su alcune bare e rifiuti cimiteriali trovati in una cassonetto sistemato all’incrocio fra via dei Conti Ricci e via Pitagora, a poca distanza dell’ingresso del camposanto. L’incresciosa vicenda, fu oggetto di un indagine della polizia municipale .
Fu il Comune allora a chiedere un’inchiesta e a stigmatizzare il comportamento dell’ignoto responsabile che aveva operato in spregio alle leggi. I resti delle bare vennero fotografati da un passante. Non è dato sapere se il responsbile venne individuto e perseguito nelle sedi opportune.
Paola Calvano (Il Centro)
 

 

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