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” A San Salvo auto bruciate per rabbia e rancore”

Nessun disegno criminale, nessun filone intimidatorio. La malavita organizzata non c’entra nulla con la sequenza di incendi dolosi di auto a Vasto e San Salvo. Una sequenza che da un mese tiene impegnate le forze dell’ordine. I cinque roghi di Vasto e San Salvo non sono collegati fra loro.

“Ogni caso è a se”, conferma il procuratore capo della Procura della Repubblica del Tribunale di Vasto, Giampiero Di Florio. A causare l’effetto domino potrebbe essere stata solo l’emulazione. Le auto distrutte dai roghi appartengono a persone che neppure si conoscono. E probabilmente neppure i piromani si conoscano.

L’ultimo incendio, il rogo della Bmw di un noto commerciante in via Aldo Moro, al quartiere San Paolo, potrebbe avere un movente economico. Una sorta di reazione disperata.

«Gli ultimi incendi sono motivati da rabbia e rancore ma sono questioni personali”, dice Di Florio. Il lavoro della magistratura e delle forze dell’ordine è purtroppo ostacolato dal silenzio delle vittime. Non collaborano. Preferiscono tacere. La stragrande maggioranza dei falò, a parere degli investigatori, porta la firma di incendiari improvvisati, persone che si vendicano o sfogano la propria rabbia con queste bravate.

“Negli ultimi 5 incendi dolosi avvenuti fra Vasto e San Salvo”, ripete il procuratore capo “il movente e gli obiettivi sono molteplici e diversi fra loro. Gli incendi non sono affatto collegati “.

Le vittime hanno età, professioni e vite diverse. Ad armare la mano dei piromani potrebbe essere stato il desiderio di vendetta per un torto subito. Una tesi quella della Procura che smentisce le preoccupazioni di quanti temono che il territorio possa tornare a vivere gli anni di terrore che precedettero l’operazione Adriatico e la scoperta di ricatti e ritorsioni.

Il metodo adottato è sicuramente malavitoso ma chi ha acceso la miccia non c’entra nulla con la criminalità organizzata. Per arrivare ai responsabili dei roghi i carabinieri stanno scavando con estrema discrezione nella vita delle vittime. L’ultimo rogo potrebbe essere stato ripreso dalle telecamere. E’ indubbio che il fuoco continua purtroppo ad essere un mezzo per spaventare o vendicarsi. Quel che è peggio le fiamme purtroppo cancellano anche prove e indizi. Quanto accaduto venerdi notte lascia l’amaro in bocca e risveglia la paura. L’incendio è stato appiccato verso le 22. Diversa le auto in transito e le luci accese negli appartamenti della zona. Eppure nessun testimone pare sia in grado di aiutare gli investigatori. Quando sono divampate le fiamme i residenti erano tutti impegnati a fare altro. Nessuno ha visto né sentito rumori sospetti. Oltre al silenzio delle vittime c’è quindi anche il silenzio dei cittadini. Un silenzio che non aiuta chi indaga ma neppure la città a ritrovare la serenità.

Paola Calvano (Il Centro)

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