La spedizione punitiva alla quale avevano preso parte nel 2013 in quattro alla Marina di Casalbordino approda davanti ai giudici. T.B. di 49 anni e N.Y. di 45 anni, entrambi albanesi, armati di cacciavite e spranghe di ferro, affrontarono due loro connazionali , i fratelli X.F. di 41 e B.F 46 anni, per ragioni legate a pregressi dissidi familiari. All’aggressione parteciparono anche due minori, il figlio 14enne di uno dei due uomini ed un italiano con origini albanesi di 17 anni. Dei minori si occupa il tribunale dell’Aquila. Per gli altri 4 nel corso della prima udienza i legali, gli avvocati Fiorenzo Cieri e Massimo Biscardi, hanno ottenuto dai giudici la derubricazione del reato da tentato omicidio a rissa aggravata dalle lesioni. Il processo è stato aggiornato al prossimo autunno.
I due fratelli X.F. e B.F., dovettero chiedere aiuto ai medici del San Pio. Uno venne ricoverato con una prognosi di 50 giorni per una ferita penetrante all’emitorace sinistro, l’altro con una prognosi di 15 giorni. Dopo la rissa comunque scapparono tutti.
Le immediate indagini avviate dai carabinieri chiamati da alcuni cittadini permisero di ricostruire l’accaduto e risalire alle identità delle quattro persone responsabili. T. B. e N. Y. vennero rintracciati nelle loro abitazioni di Casalbordino e tratti in arresto con le accuse di concorso in tentato omicidio, lesioni personali e porto ingiustificato di arnesi atti ad offendere. Recuperati dai militari, nelle loro case, i cacciavite e le spranghe utilizzati nel corso dell’aggressione. I due minori che avevano preso parte alla spedizione punitiva sono stati invece denunciati, per i medesimi reati, alla Procura della Repubblica presso il Tribunale per i minori di L’Aquila.
Paola Calvano