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Buche in via Buonanotte, la denuncia dei cittadini

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E’ disseminata di buche,  alcune delle  quali profonde anche 30 centimetri. Lascia a desiderare via Buonanotte, la strada realizzata dal Consorzio di Bonifica che collega Vasto Marina alla provinciale per San Salvo. Le macchine che transitano da quelle parti sono costrette a percorrere una strada in alcuni tratti davvero pericolosa per la presenza di crepe ed avvallamenti.

“Il manto stradale è distrutto in più punti e le buche, simili a voragini, costringono motociclisti e automobilisti a veri e propri slalom pur di salvaguardare la propria incolumità”, protestano i residenti e quanti hanno la ventura di transitare lungo l’arteria, “le buche come crateri, anche di 30 centimetri di profondità, diventano ancora più pericolose quando piove”.

Gli strali dei cittadini sono diretti contro il Consorzio di Bonifica Sud finito nel mirino, nelle scorse settimane, anche per le condizioni in cui versa la strada provinciale Vasto-San Salvo. In questo caso a segnalare la presenza di 32 pericolose buche era stata l’associazione Eco School Ambiente e Cultura presieduta da Paolo Leonzio, i cui volontari si erano dichiarati disponibili ad auto-tassarsi se l’ente consortile non avesse provveduto alla sistemazione della strada. Qualcuno di loro si era anche preso la briga di quantificare il costo dei lavori necessari per i “rattoppi”, giungendo alla conclusione che sarebbero bastati 20 sacchi di bitume e 10 di ghiaia, equivalenti a 50 pacchetti di sigarette e ad un’ora di manovalanza, per rendere l’arteria meno pericolosa e più percorribile. Insomma, una provocazione per indurre il Consorzio a intervenire.

Quelle delle strade groviera è uno dei problemi più sentiti dai cittadini, costretti a percorrere arterie disseminate di buche, la cui presenza mette a repentaglio la sicurezza degli automobilisti, dei ciclisti e dei pedoni. Un problema che riguarda tantissime infrastrutture viarie, siano esse di competenza comunale o di altri enti. I soldi per rifare l’asfalto scarseggiano per cui spesso si cerca di sopperire con i “rattoppi”, un modo per tamponare l’emergenza e per evitare incidenti, ma certamente non risolutivo.

Anna Bontempo (Il Centro)

 

 

 

 

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