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Te, venti ore di sciopero per gli investimenti fermi

Venti ore di sciopero. E’ la risposta dei sindacati alla mancanza di investimenti della TE Connectivity, leader mondiale di tecnologia al servizio dell’Automotive che produce connettori elettronici. Il colosso internazionale ha un fatturato di 12 miliardi e 75000 dipendenti distribuiti in tutto il globo.

A San Salvo i lavoratori sono 200 . Saranno loro ( in stato di agitazione dallo scorso 30 marzo), a decidere come e quando incrociare le braccia.Un’altra nuvola nel burrascoso cielo delle industrie sansalvesi. La riunione fra sindacati e azienda tenuta giovedi non ha prodotto i frutti sperati neanche sul rinnovo del premio di risultato per i lavoratori. Il 21 maggio arriverà a San Salvo uno dei dirigenti della multinazionale . Si preannuncia un incontro drammatico.

Qualche settimana fa dopo che i sindacati avevano annunciato il blocco degli straordinari, la direzione aziendale sembrava voler venire incontro alle esigenze delle maestranze . Non è stato così. Purtroppo non sono arrivati nè gli investimenti sperati nè l’annunciata espansione dell’azienda con conseguenti assunzioni. Tutto fermo , o peggio potrebbe esserci stato un ripensamento. In ogni caso l’azienda avrebbe deciso il futuro senza confrontarsi con i sindacati. Fatto che non è piaciuto nè alle Rsu , nè ai segretari provinciali sindacali. Lo stallo della trattativa sembra che derivi da una maggiore attenzione ai costi da parte dell’azienda, a causa di un cambio ai vertici dell’industria a livello internazionale. Il clima all’interno dell’azienda ma in tutta Piana Sant’Angelo è decisamente teso.

La vicenda Te va ad aggiungersi ai problemi Pilkington , il colosso vetrario che salvo miracoli a settembre manderà a casa 140 lavoratori. Giovedi mattina anche le trattative in casa Te sono naufragate e i sindacati Fiom e Uil dalla diffida di marzo sono passati ai fatti ed hanno deciso un pacchetto di 20 ore di sciopero per il quale saranno i lavoratori a decidere modalità e tempi di applicazione.

Il prossimo 21 maggio a San Salvo dovrebbe arrivare uno dei principali dirigenti della multinazionale e in quella occasione si dovrebbero conoscere maggiori dettagli sul futuro dello stabilimento. A preoccupare i lavoratori è il silenzio e la mancanza di motivazioni sul passo indietro dell’azienda e sugli investimenti tanto attesi che avrebbero dovuto portare al raddoppio del capannone con conseguente ricaduta occupazionale.

Paola Calvano (Il Centro)

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