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Il Sindaco Francesco Menna: “Le nuove industrie di Vasto nella zona del torrente Lebba”

SINDACO MENNA

Un tavolo di lavoro sulla zona industriale di Punta Penna. Riprende il dialogo tra amministrazione comunale di Vasto, Arap (agenzia regionale per le attività produttive) e Provincia, per una diversa pianificazione dell’agglomerato caratterizzato non solo dalla presenza della riserva naturale di Punta Aderci e di un sito di interesse comunitario (Sic), ma da tanti capannoni dismessi che potrebbero essere riconvertiti per dare spazio a start up e progetti innovativi di scarso impatto ambientale.

Per stabilire l’esatta dimensione del fenomeno l’Arap, nata dalle ceneri degli ex Consorzi Industriali d’Abruzzo, sta effettuando un censimento che servirà anche a monitorare la reale situazione occupazionale di quell’agglomerato e degli altri del Vastese. L’ultima rilevazione risale a 10 anni fa.

Nel frattempo la crisi ha spinto molto imprenditori a chiudere. Il risultato? Tanti capannoni vuoti che potrebbero far gola a ditte interessate al business connesso ai rifiuti.

Abbiamo istituito un tavolo di lavoro per definire alcune questioni che riguardano l’area industriale di Punta Penna”, conferma il sindaco Francesco Menna,stiamo ragionando e vagliando tutta una serie di ipotesi, tra cui la dislocazione delle nuove imprese che fanno domanda verso il torrente Lebba. Dovremmo incontrarci di nuovo a breve”.

Una notizia che non potrà non essere accolta con favore dalle associazioni cittadine e dallo stesso Tavolo sull’ambiente. A distanza di undici anni riprende quindi un percorso di coopianificazione che era iniziato nel 2007 con un tentativo di variante al piano regolatore dell’ex Consorzio Industriale.

All’epoca l’ente era guidato da un consiglio d’amministrazione presieduto da Fabio Giangiacomo e composto da Nicola Del Prete e Manuele Marcovecchio, i primi due esponenti della maggioranza dell’epoca, il terzo consigliere comunale di opposizione. Da allora è rimasto tutto fermo.

Riprendere quel discorso da dove si era interrotto, perché nel frattempo è venuto a mancare l’apporto della politica, è la prima cosa da fare”, propone Nicola Salvatorelli, presidente dell’Arci e portavoce delle associazioni cittadine, “non siamo utopisti: sappiamo bene che le industrie insediate non possono essere spostate, ma si possono evitare nuovi insediamenti dal grosso impatto ambientale con una variante al piano regolatore, dando così la possibilità a chi è interessato di riconvertire i capannoni dismessi in attività commerciali e ricreative compatibili con la riserva di Punta Aderci. E’ arrivato il momento di decidere, la questione non è più rinviabile”, conclude Salvatorelli.

Anna Bontempo (Il Centro)

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