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Delitto Lizzi, ora la casa resta sotto sequestro

Colpito con un pugno, finito a calci sullo stomaco. E’ stato ucciso così Antonio Lizzi, 69 anni, il pensionato di Monteodorisio trovato morto nella sua casa alla periferia del paese. La sensazione è che gli investigatori abbiano individuato il possibile omicida e stiano raccogliendo il maggior numero di prove e indizi a suo carico per inchiodarlo. Non a caso la casa della vittima così come il suo furgone restano sotto sequestro.

Il corpo di Lizzi, come abbiamo più volte raccontato, è stato trovato la sera di domenica 4 febbraio attorno alle 22,30 dai carabinieri avvisati dal consigliere comunale Donato Lizzi. La morte però risale al 2 febbraio. Quando sono arrivati nella casa in campagna, i carabinieri pensavano ad un malore e invece hanno trovato una scena incredibile. Lizzi aveva il volto coperto di sangue. Subito sono partite le indagini: il vissuto di Lizzi e le sue condizioni economiche hanno portato gli investigtori ad escludere l’omicidio per rapina e a cercare invece possibili rancori con qualcuno che magari può avere avuto discussioni con la vittima. Lizzi teneva tutti a distanza ma raccontava a tutti ciò che faceva. A pochi concedeva di entrare a casa sua. Venerdi 2 febbraio Lizzi deve avere litigato con qualcuno che conosceva e dal quale non si è difeso fisicamente. La reazione del rivale è stata bestiale e violentissima. Lizzi ha scatenato la furia omicida della persona con cui stava discutendo.

Gli investigatori sembrano escludere la premeditazione. Sono in tanti in paese a ritenere che il cerchio si chiuderà nelle prossime ore.

Paola Calvano (Il Centro)

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