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Cementificio, ecco la difesa degli imprenditori

“Bene la marcia contro il cementificio, ma ora dalla politica ci aspettiamo azioni concrete”. La manifestazione organizzata domenica mattina,  che ha registrato la partecipazione di  800 persone, è solo un punto di partenza per Nicola Salvatorelli, presidente dell’Arci e uno dei promotori dell’iniziativa.

Lo ha detto, megafono alla mano, durante il sit in tenuto di fronte allo stabilimento della Escal, la società di Foggia che chiede di essere  autorizzata all’attività di produzione di leganti idraulici a freddo (cemento) ed insacchettamento a pochi metri dalla riserva naturale di Punta Aderci. E che il 15 gennaio scorso ha incassato il parere favorevole alla Vinca (valutazione di incidenza ambientale) del dirigente della sezione urbanistica comunale, Stefano Monteferrante. E’ stato proprio quel provvedimento, propedeutico al rilascio delle autorizzazioni definitive,  a far scattare la mobilitazione popolare. Nel frattempo si registra un durissimo intervento di Confindustria.

“Siamo veramente soddisfatti per la buona riuscita della marcia e per la massiccia partecipazione”, tira le somme Salvatorelli, “ma ora è il momento di passare dalle intenzioni ai fatti. Ci vogliono azioni concrete, non ci sentiamo ancora rassicurati dal punto di vista della strategia”. 

L’amministrazione comunale, dal canto suo, è intenzionata a fare la sua parte. Tanto per cominciare ha convocato un tavolo tecnico  alle 15 di  giovedì 1 febbraio dal quale  dovrebbe venir fuori un documento sulle iniziative da mettere in campo e che, in prima battuta, investono il sindaco Francesco Menna nella sua qualità di massima autorità sanitaria cittadina.

Il percorso è quello delineato dal Tavolo sull’ambiente che si è riunito nei giorni scorsi”, ribadisce l’assessore alle politiche ambientali e vice sindaco, Paola Cianci,come amministrazione comunale stiamo formalizzando l’incarico per la revisione del piano di assetto naturalistico (Pan) della riserva: andremo presto a stabilire i contenuti per poi condividerli. Apriremo anche un confronto con l’Arap (Agenzia regionale per le attività produttive,  ndc), per intervenire sul piano regolatore dell’area industriale con una variante”.

Confindustria, dal canto suo,  torna a ribadire la propria posizione e le ragioni dell’esistenza di un’area industriale  e della sua sopravvivenza attraverso uno sviluppo sostenibile, non senza minacciare azioni giudiziarie.

“Le nuove incertezze che derivano dal riaccendersi del forte dibattito nella città di Vasto non devono far perdere quelle occasioni di crescita che, fortunatamente e nonostante la crisi, alcune imprese continuano a proporre”, sostiene il presidente Gennaro Zecca, sono più di 50 anni che le industrie sono presenti a ridosso del porto di Vasto. La spiaggia di Punta Penna non sarebbe mai esistita se non si fosse costruita l’infrastruttura portuale. Proprio grazie agli insediamenti industriali, che bloccarono speculazioni edilizie selvagge, si riuscì a preservare un’area che nel 1998 divenne una riserva naturale. Confindustria intende salvaguardare, e lo farà nelle opportune sedi istituzionali e giudiziarie, un sistema industriale con forte impatto occupazionale in parallelo con la tutela delle aree protette e delle risorse naturali, garantendo una crescita sostenibile. Nessuno chiede o sostiene gli interessi dell’industria a prescindere: si chiede solo il ripristino della legalità. Gli imprenditori associati non sono più in grado di accettare l’ostilità della città  e di sedicenti comitati orchestrati magicamente da qualcuno ”, conclude Zecca.

             Anna Bontempo (Il Centro)

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