Tre anni fa i primi cortei di protesta a Pescara. Oggi a Pescara la dichiarazione di chiusura. Non c’è un lieto fine nella lunga telenovela del Cotir.
Giovedi nella sede della Regione si riuniscono tutti i soci del Centro ricerche di contrad Zimarino per decretare la chiusura ufficiale dell’ente. I locali verranno svuotati e il futuro dei lavoratori resta al momento una incognita.
Cgil, Cisl e Uil si batteranno per la ricollocazione dei lavoratori e il recupero di almeno una parte delle spettanze. A distanza di due mesi dalla pubblicazione della delibera 591 sul futuro dei Crivea e del Cotir e l’annuncio della definitiva dismissione, ora la Regione procede nei fatti alla chiusura.
Un epilogo annunciato dopo che il 27 dicembre scorso il commissario liquidatore aveva invitato i dipendenti del Cotir a sospendere ogni attività.
«Un epilogo triste che smentisce ancora una volta le tante rassicurazioni, ma soprattutto l’ennesimo schiaffo per 30 lavoratori lasciati senza stipendio e ammortizzatori sociali nè giustificazione alcuna», è l’amaro commento di Ada Sinimberghi (Cgil).
A giorni 14 dipendenti, assunti dopo aver vinto un concorso, ascolteranno le decisioni dei giudici del tribunale di Vasto davanti ai quali il 17 novembre si è tenuta una udienza della causa contro la Regione per il riconoscimento giuridico di dipendenti pubblici. Il legale che li assiste, l’avvocato Carmine Di Risio, ribadisce che è uno status che spetta loro di diritto e che garantirebbe ai ricorrenti almeno la ricollocazione in un ente pubblico.
Paola Calvano ( Il Centro)