Banner Top
Banner Top

Le associazioni ambientaliste dicono no al cementificio

“L’insediamento di un impianto per la produzione di leganti idraulici (cemento) comporterebbe un aumento del rilascio di polveri in atmosfera del 400%, che ricadrà prevalentemente sulla riserva di Punta Aderci e sul limitrofo sito di interesse comunitario, nonché sulle migliaia di persone che frequentano la zona”. E’ il  peggioramento della qualità dell’aria la principale preoccupazione delle associazioni ambientaliste che nei giorni scorsi hanno partecipano  al tavolo congiunto “Ambiente  e Turismo” convocato dal sindaco Francesco Menna e dall’assessore Paola Cianci.

In quella occasione hanno consegnato un dossier. Otto pagine in cui Arci, Amici di Punta Aderci, Cobas, Comitato cittadino per la tutela del territorio, Italia Nostra e Wwf zona frentana e costa teatina, riassumono le annose vicende che hanno interessato la zona di Punta Penna e le sue molteplici destinazioni d’uso, passando sotto la lente di ingradimento il progetto della Escal in fase di Vinca (valutazione di incidenza ambientale)  e chiedendo al sindaco Menna, nella sua qualità di massima autorità sanitaria locale, di “valutare l’opportunità di emettere una ordinanza che sospenda ogni futuro insediamento di attività produttive che paventino ipotesi di modifica della qualità dell’aria”.

L’occasione per ripercorrere il conflitto non risolto tra la zona industriale di Punta Penna e la vicina riserva naturale di Punta Aderci, con annesso sito di interesse comunitario, è rappresentato dalla pubblicazione della Vinca sull’impianto per la produzione di leganti idraulici.

“Il progettista, ingegner Edmondo Laudazi in diverse occasioni ha tenuto a precisare che non si tratta di un cementificio”, affermano le associazioni, “ma di un impianto di insacchettamento di cemento sfuso, di acquisto e macinazione inerti. Il suo valore economico, sicuramente importante, è riferito a pochi privati e, comunque, enormemente più basso rispetto alla moltitudine di stakeholders (operatori turistici, imprenditori agricoli, turisti e residenti) che già traggono profitto e benessere dalla riserva. Un cementificio in prossimità di una spiaggia, simbolo dell’ecoturismo regionale e nazionale, danneggia inevitabilmente l’immagine turistica di Vasto”.

Per Arci, Amici di Punta Aderci, Cobas, Comitato cittadino per la tutela del territorio, Italia Nostra e Wwf zona frentana e costa teatina, “si impone la necessità di definire un’area cuscinetto (buffer), dove non è possibile svolgere attività produttive inquinanti che interferiscono sulla funzionalità degli ecosistemi naturali, in rispetto della direttiva Habitat”.

Non mancano stoccate alla politica e ai “pochi interventi pubblici volti ad avere un quadro preciso della difficile convivenza tra un’area protetta di grande pregio e la zona industriale”.

Anna Bontempo (Il Centro)

 

 

Griglia in fondo agli articoli
Griglia in fondo agli articoli
Griglia in fondo agli articoli
Griglia in fondo agli articoli
Griglia in fondo agli articoli
Griglia in fondo agli articoli
Griglia in fondo agli articoli
Griglia in fondo agli articoli
Griglia in fondo agli articoli
Griglia in fondo agli articoli
Griglia in fondo agli articoli
Griglia in fondo agli articoli
Griglia in fondo agli articoli

Related posts

Leave a Reply

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.