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C’è un esposto sullo sbancamento nell’area protetta

Per il Comune si è trattato di un intervento necessario per far defluire le acque del canale di scolo in località San Tommaso, all’interno della riserva “Marina di Vasto”. Per alcune associazioni invece è stato effettuato un vero e proprio “sbancamento in area Sic” che sarà oggetto di un esposto alla Procura della Repubblica di Vasto, chiamata ad accertare i danni procurati all’ambiente retrodunale e alla vegetazione protetta. Ad annunciare il ricorso all’autorità giudiziaria è Paolo Leonzio, presidente di Eco School Ambiente e Cultura, il quale, dopo aver stigmatizzato la perdita di acqua e la mancata riparazione della condotta da parte della Sasi,  in quel tratto di litorale, punta l’attenzione sullo sbancamento.

“La responsabilità è anche delle associazioni ambientaliste che gestiscono l’area”, dichiara Leonzio, “non possono prendere le distanze da un intervento così massiccio. Esse sono direttamente interessate, anzi, avendo in gestione la riserva sono coloro che autorizzano o meno lavori nella zona o che comunque devono tutelare l’ambiente. Informeremo la Procura della Repubblica anche sullo sbancamento in area Sic, oltre all’episodio relativo allo sperpero di acqua. L’associazione Eco School Ambiente e Cultura, attraverso i propri legali, si costituirà parte civile per i danni causati alla comunità e all’ambiente, per queste ragioni sarà inviato un rapporto alle competenti autorità giudiziarie”.

Era stato Il Centro nei giorni scorsi a segnalare l’asportazione massiccia di un’ampia fetta di vegetazione retrodunale in località San Tommaso, oltre alla impraticabilità (per allagamento) di quattro accessi al mare lungo la riserva “Marina di Vasto” che da tre mesi  è gestita ( a titolo gratuito) da Legambiente e Wwf con l’apporto dell’Istituto abruzzese per le aree protette (Iaap). Le associazioni non negano di aver trovato una miriade di problematiche legate alla massiccia urbanizzazione di quella zona.

“L’area protetta raccoglie tutte le acque bianche dell’area urbanizzata che l’affianca e questo contribuisce a rendere inagibili gli attraversamenti con ovvi disagi anche per gli stessi residenti”, affermano le associazioni, “le difficoltà nell’intervento che ci sono state vanno logicamente attribuite all’incuria e al degrado in cui è stata lasciata quell’area negli anni passati e non certo alla presenza delle associazioni di oggi”.

Anna Bontempo (Il Centro)

 

 

 

 

 

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