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Spettacoli del 2013, l’inchiesta entra nel vivo

Si terrà il 24 gennaio alle ore 11,00 l’udienza preliminare per quell’indagine relativa agli eventi estivi che gettò il Comune di Vasto nella bufera e che portò nel registro deglii indagati nove persone. L’ex sindaco Luciano Lapenna, gli allora assessori Vincenzo Sputore, Lina Marchesani, Nicola Tiberio, Mario Olivieri, Anna Suriani, Luigi Masciulli (ad eccezione di Marco Marra che non era presente alla seduta dell’esecutivo durante la quale venne deliberato il provvedimento), il dirigente comunale Michele D’Annunzio e l’imprenditore Nando Miscione titolare della Muzak. Il reato loro contestato è abuso in atti d’ufficio.

Sia Lapenna che gli ex assessori sono infatti indagati per aver violato il codice dei contratti, “omettendo la procedura volta ad individuare almeno cinque candidati per la valutazione di altre proposte progettuali”. Stessa contestazione per l’architetto Michele D’Annunzio, dirigente comunale poponente e firmatario delle determine  aventi per oggetto le manifestazioni turistico-culturali. Di frode in pubbliche forniture e di truffa deve rispondere invece, Nando Miscione, titolare dell’agenzia Muzak, che dai provvedimenti della giunta targata Lapenna, avrebbe ottenuto, secondo il procuratore capo Giampietro Di Florio,  “un ingiusto vantaggio patrimoniale”.

L’indagine ruota dunque intorno a un pacchetto di manifestazioni estive, approvato a distanza di poche ore dalla presentazione ufficiale della proposta progettuale da parte dell’agenzia vastese, con un affidamento diretto, cioè senza gara d’appalto nonostante l’importo elevato 170mila euro (a fronte di un tetto previsto per le forniture pubbliche di 40mila euro).

L’inchiesta scattò in seguito alla denuncia di Stefano Comparelli, promoter di servizi turistici. Nel mirino degli inquirenti  finì la proposta progettuale presentata dalla società  Muzak, acquisita agli atti del Comune il 1° luglio 2013, lo stesso giorno in cui l’allora giunta si riunì per deliberarne l’approvazione.

In prima battuta l’inchiesta si chiuse con una richiesta di archiviazione avanzata dall’ex Pm Giancarlo Ciani  prima del suo trasferimento a Chieti,  a cui si oppose lo stesso Comparelli che chiese, tramite il suo legale,  ulteriori indagini accordato dal Gup Anna Rosa Capuozzo.
Richiesta che fu accolta con le indagini volte ad approfondire alcuni elementi.

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