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Problematica cinghiali e cervidi: le proposte di Camillo D’Amico

 

Gentilissimo Assessore Dino Pepe , facendo seguito all’importante riunione tenutasi lo scorso 29 Febbraio presso i Suoi uffici sulla notoria problematica richiamata in oggetto, di seguito, Le formalizziamo alcune nostre proposte operative atte a contribuire nel trovare soluzioni solerti ed adeguate. Le stesse sono state condivise non solo all’interno degli Organi della scrivente ma anche confrontate con il coordinamento dei rappresentanti Copagri all’interno degli Ambiti Territoriali di Caccia. Innanzitutto una doverosa precisazione ossia che il comparto agricolo va considerato come quello veramente e maggiormente danneggiato nonché bisognoso di ogni prioritaria attenzione da parte delle Istituzione e della pubblica opinione; tutto ciò in funzione dell’importantissimo ruolo che riveste il settore sia per il mantenimento ambientale e del territorio quanto quello di fornire alimenti di qualità. L’agricoltura fornisce lavoro e reddito mentre, l’esercizio venatorio, resta comunque una passione anche se ha una funzione utile e necessaria.

In secondo luogo siamo a sollecitare la chiusura immediata delle procedure di ripresa in carico all’Ente regione di tutte le funzioni e deleghe ancora in capo alle Province. Questo lo vogliamo non solo semplificare le procedure burocratiche ma anche per ridurre i centri decisionali e d’azione in materia di caccia e pesca. Siamo, quindi, di conseguenza a fornire alcuni utili suggerimenti che sono:

  • ridefinire il ruolo di governo del territorio da parte degli A.T.C. favorendo la destinazione di parte delle loro entrate alla creazione di aree agricole per le “colture a perdere” nonché al finanziamento di altre forme di prevenzione nel contenimento degli ungulati come la fornitura di gabbie per la cattura, recinzioni elettrificate, forme di sterilizzazione dei maschi;
  • favorire la caccia di selezione nelle aree attualmente vincolate come parchi e riserve ed in quelle di ripopolamento e cattura da ridurre sensibilmente come numero;
  • nelle “aree vocate” prevedere la caccia, anche con metodi tradizionali (braccata) in periodi diversi dalla stagione venatoria;
  • attivare al più presto un tavolo tecnico regionale per favorire l’attivazione di una filiera produttiva di supporto alla caccia agli ungulati sia nel periodo relativo alla stagione venatoria che in altri periodi dell’anno effettuati con il selecontrollo e/o altra metodologia. A tal riguardo si sollecita ad esercitare il potere sostitutivo della regione laddove si registrassero strumentali ritardi nelle procedure necessarie.

Inoltre sollecitiamo a:

  • definire tutti i miglioramenti utili e necessari atti a modificare il vigente regolamento regionale di contenimento dei cinghiali allargandone il contenuto anche ai cervidi;
  • istituire un tavolo tecnico – istituzionale di modifica delle vigenti LL RR 10/2003 e 10/2004 nelle more dell’attesa di quella nazionale di riferimento 157/92. Chiaramente la Copagri Abruzzo si candida ad esserne parte attiva;
  • redigere un nuovo Piano Faunistico Regionale in modifica di quelli provinciali vigenti ormai superati ed obosleti.

Certi che saprà cogliere l’utilità e la positività delle nostre proposte da confrontare con gli altri soggetti portatori d’interesse, con l’occasione, La salutiamo cordialmente.

 

Camillo D’Amico

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