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“Alla gloria personale antepongo quella della squadra”

“Ben oltre le idee di giusto e di sbagliato c’è un campo. Ti aspetterò laggiù”. Jalaluddin Rumi, poeta e mistico persiano la pronunciò nel ‘200, il play toscano Andrea Tracchi, come si evince dal suo stato whatsapp l’ha fatta sua. Facendo parlare il parquet, anzi tornando a far parlare di se per le ottime prestazioni sul pavimento in legno del PalaBcc. Le sconfitte in serie costringevano la dirigenza della Vasto Basket a guardarsi intorno dovendo pescare nel mercato un ‘piccolo’ esperto, un ampio giro di vedute, il primo contatto, un giorno di prova, subito la firma e poi via con meno di ventiquattrore subito in campo per il primo match ufficiale. Era il 15 dicembre, la Vasto Basket inciampava nella sua ottava sconfitta consecutiva, all’ultimo arrivato sarebbe stato da pazzi chiedere al pronti via la luna ma dopo un mese di militanza biancorossa il numero 8 di Meleto Valdarno ha conquistato tutti. A suon di punti e assist, sul parquet una scheggia impazzita avendo però ben chiara la via maestra da seguire, smentire gli scettici ma soprattutto portare alla salvezza la Vasto Basket. Amante di Eurolega ed Nba gode nell’ammirare le giocate di due top player del calibro di Stephen Curry e Milos Teodosic(tanto da osservarlo sugli spalti negli Europei scorsi nel match tra Serbia e Spagna), la palla a spicchi lo ha portato in giro per l’Italia facendogli conoscere otto regioni, lo stesso numero dei mesi della sua inattività. Appendere la canotta al chiodo fino a qualche mese fa era una ipotesi più che reale ma la chiamata di Vasto lo ha riportato protagonista sul parquet, almeno fino a maggio, lo schietto toscanaccio alla soglia dei trent’anni è l’uomo in più della Vasto Basket, con lui quella salvezza parecchio lontana fino alla metà di dicembre oggi è molto più vicina di quanto si pensasse, anche se la strada resta ancora in salita.
Un mese di Vasto Basket, al suo arrivo la situazione era a un passo dal collasso definitivo, trenta giorni dopo nonostante la conferma in ultima posizione si è riaccesa la fiammella, che cosa è cambiato dal suo arrivo?

Non avessimo vinto contro Valmontone staremmo qui a parlare di tutt’altro con una situazione di classifica ancor più compromessa, fortuna che la scintilla giusta è scoccata in quei minuti finali, quel +1 ha dato il via a un altro campionato migliorando anche nelle sedute di allenamento quotidiane ritrovando motivazioni e la giusta intensità”.
Nell’ultimo ‘trittico salvezza natalizio’ i suoi numeri recitano, 52 punti e qualcosa come 40 assist, senza di lei sarebbe stata un’altra Vasto Basket?

“Alla gloria personale antepongo sempre la squadra, sono contento di quei numeri perché utili per aggiungere in classifica punti importanti per migliorare il nostro cammino”.
Quattro su sei ma sarebbe potuto essere en plein, quel maledetto ultimo quarto a Bisceglie con due soli punti in dieci minuti ha oscurato una mezzora giocata su ottimi livelli, c’è ancora un pizzico di rammarico?
Le nostre percentuali in quell’ultimo quarto non sono state positive ma a mio avviso la differenza l’ha fatta un solo fischio, una palla spazzata via dal canestro, avessero convalidato i miei due punti saremmo andati sul più cinque potendo gestire meglio gli ultimi possessi, invece no, sul rovesciamento di fronte ci fischiano un fallo antisportivo cambiando il finale di quella storia, magari l’avremmo comunque persa ma con quei due punti sicuramente avremmo avuto più possibilità per portare a casa la vittoria”.
Bisceglie come ultima trasferta affrontata, lontano dal PalaBcc la Vasto Basket non conosce la parola vittoria da oltre 290 giorni, un’eternità, è arrivata l’ora d’invertire in trend magari già a partire da domenica a Senigallia?
È nostro dovere provarci e possibilmente riuscirci almeno in un paio di viaggi, all’andata contro Mola non ancora ero nel roster ma al ritorno a casa loro sarà un match da non fallire ma proveremo a dire la nostra già da domenica”.
Se in trasferta la striscia è nerissima gli otto punti finora conquistati sono tutti interni, quale peso avrà il PalaBcc da qui fino al termine della stagione?
Dovrà essere il nostro fortino inespugnabile, oltre a non sbagliare le sfide salvezza dovremo cercare di conquistare punti pesanti anche contro squadre in lotta per altri obiettivi”
Trenta giorni di Vasto Basket, tra città e ambiente cestistico pensa di aver fatto la scelta giusta?
Ci alleniamo mattina e pomeriggio, la stanchezza è tanta e preferisco restare a casa piuttosto che fare vita mondana, la società mi ha fatto un’ottima impressione, c’è gente che da l’anima per il progetto e la domenica soffrono troppo, speriamo di regalare a loro più gioie possibili da qui al termine della stagione”
A quasi trent’anni è uno degli elementi più esperti del gruppo biancorosso, con quale compagno c’è piena sintonia?
Se dovessi fare un nome direi Vincenzo Dipierro, sul parquet ci si ‘chiappa’ parecchio, il feeling è ottimo, basta uno sguardo tra noi e già sappiamo cosa fare”.
Pur essendo l’ultimo degli arrivati ha le carte in regola per spedire qualche consiglio qua e la ai giovani under presenti nel gruppo vastese, dove potrebbero migliorare?
A vent’anni bisogna avere ‘fame’, mi ricordo dieci anni fa quando in campo non mi tiravo mai indietro perché la voglia di arrivare il più in alto possibile era parecchia, ai miei compagni dico di avere più cattiveria agonistica sul parquet, nell’ultimo mese ho comunque visto netti miglioramenti, le vittorie aiutano, remiamo tutti dalla stessa parte e così dovrà essere fino all’ultima giornata, sperando di trovare la salvezza, magari evitando anche gli ultimi due posti playout per poterci giocare eventuali spareggi con il fattore campo a favore”.
Prima di Vasto per lei la stagione era iniziata con un accordo fatto e saltato in extremis seguito da un periodo di prova in categorie superiori, si può parlare di nuovo inizio?
Bisogna essere onesti, a trent’anni le motivazioni non mancano ma siamo vicini all’età in cui si sparano le ultime cartucce, ora mi sento bene e sono qui perché chiamato a dare un prezioso aiuto alla Vasto Basket anche se a inizio stagione avevo deciso di riavvicinarmi a casa chiudendo l’accordo con una società toscana di C ma alla fine è saltato tutto, mi è stata paventata l’occasione di confrontarmi con una A2, nel periodo di prova ad Agrigento ho sofferto i primi dieci giorni di preparazione perché venivo da un periodo di inattiva di ben otto mesi e adesso eccomi qui con un bel peso sulle spalle”.
Penso che fa rima con pressioni e responsabilità vista la posizione di classifica della Vasto Basket?
La pressione non la sento ma mi accompagna sempre un pensiero di dover sbagliare il meno possibile, fossi arrivato in una realtà in testa al campionato o nei piani alti sarebbe stato diverso, al contrario sono stato subito buttato in campo con una squadra ultima in classifica con otto sconfitte in serie sul groppone, ho trent’anni quindi su di me c’erano parecchie aspettative”.
Dalle prestazioni sul parquet si direbbe che le aspettative le ha superate a pieni voti, a fine stagione resterà ancora nel mondo del basket o inizierà a guardare oltre?
Sono uno schietto, è un mondo che andrebbe riformato ad ogni latitudine altrimenti ci si avvicina sempre più al collasso definitivo, molti da fuori ci guardano ancora come privilegiati ma oggi non è più così, tutt’altro. i tempi splendidi sono finiti da tempo, oggi si gioca a basket per campare, chi scende in campo ha le sue responsabilità ma se stecca una partita si guarda sempre e solo al giocatore dimenticando che prima viene l’uomo e che magari al di fuori dell’ambito sportivo è inciampato in altri problemi, la meritocrazia spesso e volentieri viene superata da altri strani fattori e anche la federazione dovrà capire in tempi brevi quale strada prendere, se non ci sarà una rivoluzione vera che aiuti giocatori e società non si andrà più da nessuna parte partendo in primis dalla gestione dei parametri attualmente assurda, ripeto si gioca per campare, se il gioco varrà ancora la candela si andrà avanti altrimenti proverò nuove strade”.

ANTONIO DEL BORRELLO

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