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Per alcuni consiglieri di opposizione il Bilancio del Comune di Vasto è fasullo

“Giudichiamo politicamente farneticanti le dichiarazioni del Sindaco Lapenna in ordine al successo conseguito dalla maggioranza con l’approvazione del Bilancio di previsione”: così i consiglieri comunali di minoranza Massimo Desiati Etelwardo Sigismondi, Davide D’Alessandro, Andrea Bischia e Nicola Del Prete commentano quanto detto dal primo cittadino vastese in ordine all’approvazione del Bilancio di previsione 2015 avvenuta nell’ultimo Consiglio comunale con i 14 voti della maggioranza su 15.

“Una vicenda – aggiungono i cinque – che ha invece visto la maggioranza lacerata al suo interno nelle votazioni degli atti amministrativi finanziari che hanno preceduto il voto sul provvedimento complessivo, laddove, solo per carità di patria, i numeri sono stati sufficienti”.

Questa la replica, invece, al mancato aumento delle tasse ricordato dal sindaco di Vasto: “E’ “orgoglioso” il Sindaco – sostengono i consiglieri – per non aver aumentato imposte e tasse rispetto all’anno precedente ma queste voci d’entrata erano già state portate ad alte percentuali (quasi per tutte ai massimi) proprio nell’anno precedente. Dica piuttosto come mai sono state cancellate esenzioni ed abbattimenti, soprattutto per concittadini svantaggiati. Dica come mai si è creato un buco per evasione, negli ultimi anni, relativi ad imposte e tasse quali IMU, ICI, TARES e TOSAP dovute da alcune imprese, per un importo di 5 milioni di euro, mentre i comuni cittadini sono stati sottoposti ad una crescente tassazione.

Dica il Sindaco quanto peserà sulle tasche dei cittadini la previsione in “Entrata”, contenuta nero su bianco in Bilancio, circa le sanzioni per contravvenzioni agli automobilisti, che si spera passino dai 315.000 ai 427.500 euro, quale obiettivo, da riscuotere nel 2015. Ammetta il Sindaco che, per approvarlo in tutta fretta e poterne essere così “orgoglioso”, il Bilancio è fasullo perché non ha tenuto conto dei tagli imposti dal nuovo Documento di Programmazione economica Finanziaria (DEF)”.

Accuse ben precise alle quali i cinque aggiungono la denuncia per quella che definiscono “la riconfermata incapacità dell’Amministrazione comunale nel redigere uno strumento previsionale, fatto di “entrate” ed “uscite”, che possa dare risposte vere e concrete ai bisogni di una cittadinanza già depressa dalla crisi economica nazionale e che non si riceve neanche risposte minimali dalla propria Amministrazione comunale.

Un Bilancio di previsione che non individua priorità ma che rappresenta soltanto un lungo elenco di necessità e carenze endemiche causate proprio dalla inefficacia dell’azione amministrativa dell’attuale maggioranza. Al consolidato aumento delle imposizioni tributarie, non corrisponde una visione d’intervento che possa far individuare le linee di una strategia di Politica amministrativa che abbia l’obiettivo del rilancio della città, soprattutto nei suoi aspetti vocazionali”.

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