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Crollo al D’Avalos, D’Alfonso: “martedì stanzieremo fondi per rimarginare la ferita”

D'Alfonso e Gabrielli sulla Loggia Amblingh nel dicembre scorso
D’Alfonso e Gabrielli sulla Loggia Amblingh nel dicembre scorso

Si è chiuso intorno alle 18.45 di ieri sera il vertice dell’unità di crisi insediata alla luce dello spaventoso smottamento che ha dilaniato parte del muraglione di contenimento del Palazzo d’Avalos, la struttura marchesale settecentesca che ospita ben 4 musei. Un summit al quale era presente anche il presidente della Regione Abruzzo Luciano D’Alfonso alle prese con i sopralluoghi durante tutto l’arco della giornata. Prima di partire alla volta di Castelguidone, il governatore ha preso l’impegno di stanziare in tempi rapidissimi fondi perché “questa ferita che ha colpito nel cuore la Città del Vasto venga rimarginata”dopo aver determinato con l’ing. Primavera l’attivazione della procedura di somma urgenza.

L’entità dello stanziamento sarà commisurata al referto peritale del Genio civile i cui uomini sono giunti in città in tarda mattinata. Per D’Alfonso la priorità resta quella di preservare il Palazzo d’Avalos da futuri coinvolgimenti anche se la paura in città è a livelli d’allerta per tutto il tratto della Loggia Amblingh che parte da Porta Catena fino a portone Panzotto.

Una zona sulla quale, ha chiarito il sindaco di Vasto Luciano Lapenna visibilmente preoccupato, “da tempo una frana si è messa in moto. Insieme all’episodio di 7-8 mesi fa ci sono tutti i segnali che fanno pensare a un percorso che indica chiaramente che le frane non sono mai ferme”.

“Noi abbiamo avanzato da tempo richiesta di un progetto nella direzione di contrastare questi fenomeni”, ha ribadito il primo cittadino prima di ricordare gli interventi urgenti adottati.

“Intanto – ha aggiunto – su richiesta dei Vigili del fuoco si è deciso di coprire l’area interessata con un telo plastico per evitare che l’acqua possa infiltrarsi. Abbiamo avviato un monitoraggio soprattutto all’interno di Palazzo d’Avalos, che già aveva alcune crepe, però, alla stato attuale sembra scongiurato l’aggravarsi della situazione. Installiamo da subito una serie di sensori sul Palazzo per consentirci una osservazione attenta di eventuali movimenti. Naturalmente abbiamo chiuso i Giardini e interdetto l’accesso alle persone a una piccola parte del Museo archeologico, ovvero l’angolo di sud-est”.

Lapenna ha ribadito come dal summit del pomeriggio è emerso che “c’è un impegno del presidente D’Alfonso a deliberare martedì uno stanziamento. Abbiamo avviato tutto quello che serve a livello di documentazione e della stima dei danni”.

Il problema, però, resta ed è molto grave per due motivi: in primis la rapidità di intervento è ingessata dalle procedure e ci si chiede cosa accadrà se dovesse tornare a piovere con la stessa intensità di questi giorni entro breve (e purtroppo le previsioni meteo non aiutano); in secundis quali sono gli interventi possibili in tempi rapidi e risolutivi soprattutto alla luce del fatto che la vera causa dell’induzione dello smottamento è ancora da scovare.

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