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Il Cotir di Vasto messo in liquidazione

cotir1Martedì sera, nella sede del Consorzio, si è tenuta la tanto attesa assemblea straordinaria dei soci del Cotir-Consorzio di ricerca sulle tecniche irrigue di Vasto che era stata convocata dal presidente del Cda Alberto Amoroso già per il 1 dicembre scorso prima che la Regione decidesse di disertarla.

Ed è stata un’altra giornata amara per la città di Vasto. Perché alla presenza del notaio è stata sancita la messa in liquidazione del Centro di ricerca. Lo stesso atto è stato espletato per il Crab-Consorzio di ricerche applicate alle biotecnologie una settimana prima e il Crivea-Consorzio per la ricerca vitivinicola ed enologica in Abruzzo ieri, il tutto perché la Regione non riesce a trovare i soldi per coprire le perdite dei centri di ricerca abruzzese e nell’ottica di giungere a quella fusione già preventivata dal governo regionale di centrodestra.

La messa in liquidità del Cotir, che vanta un buco di bilancio di oltre 1 milione di euro, è avvenuta in sordina: nessun articolo pomposo, nessun annuncio, nessuna denuncia politica per quella che è sembrata una scappatoia. Il tutto sulla pelle dei dipendenti che avanzano, udite bene, 15 mensilità arretrate.

Certo nei giorni scorsi è stata votata l’ennesima variazione di Bilancio che dovrebbe portare finalmente nelle casse dell’Ente il 60 per cento di quegli ormai famosi 580 mila euro che quasi un anno fa erano stati accantonati dal centrodestra, ma mai resi realmente disponibili secondo l’ex assessore all’Agricoltura Febbo per colpa di dirigenti latitanti che avrebbero dovuto firmare le relative determine e che invece erano più impegnati a fare campagna elettorale per il centrosinistra.

Fatto sta che a distanza di quasi un anno stiamo ancora parlando di quelle cifre ex FIRA, mentre i dipendenti, che scioperavano eccome anche clamorosamente 7 mesi orsono ora tacciono.

Certo ci sarebbe il nuovo Piano di Sviluppo rurale (PSR), ma vediamo come si otterranno i fondi. Devi portare avanti un progetto di ricerca, devi aver investito e pagato il personale, devi rendicontare ed ottenere così i fondi che sembrano quasi una sorta di rimborso: in realtà, se hai delle perdite, anche pesanti, come quelle del Cotir, che pure vanta macchinari come l’MNR per l’analisi tomografica degli alimenti, non puoi investire e non puoi pagare i lavoratori e, quindi, non puoi rendicontare né tantomeno ricevere fondi.

Ed allora il futuro della ricerca in Abruzzo è davvero denso di nubi. Intanto tutti centri sono finiti sotto la guida di un quadrumvirato di Commissari che dovranno portare avanti la fase di liquidazione e quella di fusione.

In effetti, circa un anno e mezzo fa è stata presentata la legge per l’istituzione del CRIA-Centro regionale per la ricerca e l’innovazione, ma non è mai decollata perché è stata fatta arenare per litigi interni tra i sindacati e i problemi di territorialità tra Crab e Cotir. Una proposta che è stata nuovamente presentata e che potrebbe portare alla tanto paventata unificazione.

I commissari dovranno procedere anche alla riorganizzazione in toto dei Centri a cominciare dal dimensionamento del personale tant’è che i primi documenti richiesti sono stati i  mansionari.

C’è da scommetterci che si giungerà presto a un taglio del personale (oggi di poco meno di 30 unità nessuno dei quali assunto dall’ultimo Cda) di quasi il 25 per cento (da qui forse il silenzio assordante dei lavoratori?) mentre si procederà alla vendita di terreni e macchinari del Centro così da provare ad allentare la morsa dei debiti.

Il Cotir perde così la sua autonomia gestionale e la direzione del nuovo centro regionale possiamo starne certi non sarà certamente a Vasto che perde un altro fiore all’occhiello.

L. S.

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