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“Il dono che unisce”, convegno al Liceo Artistico

don gianfranco travaglini e mustafà-baztamiIl sangue è il simbolo per eccellenza della comunione e dell’integrazione. È rosso per tutti, senza distinzione di razza, sesso, stato sociale o orientamento religioso. Anche per questo, quindi, è “Il dono che unisce”, come spiegato nell’incontro di ieri mattina presso l’auditorium del Liceo Artistico di Vasto, organizzato dall’Avis, l’Associazione Volontari Italiani Sangue, con la partecipazione degli alunni delle scuole superiori di Vasto.
Dopo i saluti della “padrona di casa”, la dottoressa Letizia Daniele, dirigente scolastico dell’Istituto d’Istruzione Superiore “Pantini-Pudente”, è stato proiettato un filmato introduttivo e a seguire sono iniziati gli interventi dei relatori.
Atteso l’intervento dell’onorevole Maria Amato, ma impegni istituzionali inderogabili (discussione e voto sulla legge di stabilità) l’hanno trattenuta a Roma, così il dottor Gaetano Fuiano, presidente dell’Avis comunale di Vasto, ha letto ai ragazzi il suo messaggio inviato per l’occasione.
A dare il via agli interventi, la relazione del dottor Giulio Di Sante, presidente regionale Avis, il quale ha sottolineato l’importanza dell’integrazione sociale a tutti i livelli anche nell’ambito della donazione del sangue: “In Abruzzo per il 2020 si calcola che ci saranno circa 110mila immigrati regolari, un’importante fascia di popolazione. Il messaggio che vogliamo dare a tutti è quello di intraprendere un percorso di cittadinanza attiva che favorisca l’integrazione”Il dottor Di Sante ha poi ricordato come “noi italiani siamo favolosi quando dobbiamo affrontare un’emergenza, ma lasciamo a desiderare in fase di prevenzione. Dobbiamo imparare l’importanza della donazione del sangue come gesto gratuito da fare sempre. Anche perché a causa della scarsità delle donazioni siamo costretti a importare dall’estero gli emoderivati, con danni all’economia e rischi per la salute, visto che non sempre all’estero i controlli sono scrupolosi come in Italia”.
È stato poi Mustafà Baztami, rappresentante della Comunità Islamica d’Abruzzo, a “benedire” la pratica della donazione del sangue anche per quanto riguarda la cultura islamica: “Nel Corano è scritto che salvare anche una sola vita è come salvare l’intera umanità e chi dona sangue sicuramente salva almeno una vita”.
La “versione cattolica” sulla donazione del sangue è invece arrivata da don Gianfranco Travaglini, parroco della cattedrale di San Giuseppe e anch’egli donatore, che ha concluso l’incontro: “Il Vangelo ci dice che Gesù ci vuole felici e ci ha anche indicato la strada della felicità: ‘amatevi gli uni e gli altri, come io vi ho amati’. E amare significa donare. Ecco perché se qualcuno mi chiede perché sono un donatore, rispondo ‘perché voglio essere felice’”.

n.l.

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