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Vasto, arlecchinate estetiche e toponomastica “incolta”

A Vasto, città d’arte e di turismo, non esistono commissioni per l’estetica e il decoro civico, e per la toponomastica. A parte il problema dell’edificazione selvaggia, quello dell’inosservanza delle norme estetiche e del decoro civico è un argomento che merita di essere affrontato e risolto, ma con determinazione. Lungo le vie e per le piazze non sfuggono  le assurde colorazioni delle facciate e di alcuni edifici, così da assistere ad autentiche arlecchinate. Lo stesso dicasi per le insegne e dei negozi e di talune “cantine” che offendono spesso l’austera architettura di palazzi nobiliari e di torri e del castello Caldoresco. Sindaco e assessori preferiscono non vedere, restando insensibili e indifferenti nella tutela e decoro civico.

E la toponomastica? È irrazionale e “incolta” affidata ad analfabeti che si sono divertiti a storpiare  denominazioni di piazze e strade, offendendo l’intelligenza dei cittadini. Qualche esempio: lungo la passeggiata della Loggia Ambling spicca una targa sbiadita a calce con la scritta “Vico del Moschetto”. Una ilare baggianata perché l’intitolazione non ha nulla a che fare con l’arma di quel tipo. Sarebbe più corretto scrivere Vico Moschetta, denominazione riferita alla famiglia omonima vissuta tra il 1500 e il 1600. Riferisce il Marchesani (Storia di Vasto, pag. 47 – gli amministratori farebbero bene a leggerla): “Molti Moschetta furono Dottori secolari ed Ecclesiastici, addetti al buon governo di Vasto”. Confusionaria e contraddittoria l’intestazione di “Vico delle Cisterne” (scritta su calce bianca sbiadita) sovrastata da una lapide in pietra con la dicitura “Via S. Chiara”.

Ancora: Via Bebbia (erroneamente indicata con due B perché si riferisce alla Gente del Municipio di Histonium e ricorda Marco Bebio Svetrio edile e IV viro. Inoltre: Piazza Caprioli nulla ha a che vedere con gli animali (come qualcuno è indotto a credere) ma a Virgilio Caprioli numerosa famiglia vissuta a Vasto tra il 1548 e il 1608. Virgilio, il più noto, è stato dottore in utroque juris, esercitò la professione di avvocato nei tribunali di Roma, fu consigliere dei d’Avalos, archeologo, storico; con il tipografo Bernardino Coppetta nel 1598 introdusse i primi tipi della stampa a Vasto. E che dire della numerata? Assurda e confusionaria. Su via Pampani vi sono due abitazioni con lo stesso numero civico con evidente sconcerto e disagio sia per chi vi abita che per il postino. Pochi esempi a dimostrazione di quanto sia alto lo stato di degrado e di abbandono della città.

Giuseppe Catania

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