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Ninetto Davoli al d’Avalos per la prima serata del Vasto Film Festival

prima serata-vasto film festival-2014 - 095Si è aperta con un doveroso omaggio a Robin Williams, il talentoso attore prematuramente scomparso l’11 agosto scorso all’età di 63 anni, la XIX edizione del Vasto Film Festival; sul mega schermo installato sul palco è stato proiettato un video con un mix dei suoi film più famosi, da Una notte al museo, a Patch Adams, Will HuntingJumanjiMrs. DoubtfireHook – Capitan UncinoGood Morning, Vietnam.
Poi è stata la volta della giornalista Paola D’Adamo, in veste di conduttrice della serata, insieme al giornalista Rai Guido Barlozzetti, di ricordare l’attore americano, prima di introdurre la serata, insieme al collega.
La serata è entrata quindi nel vivo con l’ospite speciale, grazie al quale la XIX edizione del Vasto Film Festival si è aperta nel segno di Pier Paolo Pasolini, per un doveroso omaggio a uno dei più grandi registi italiani di sempre. Regista, ma anche sceneggiatore, drammaturgo, scrittore, poeta, nonché fine linguista. A ricordare e omaggiare il grande artista, uno dei volti più rappresentativi del cinema pasoliniano, Ninetto Davoli, il quale con la sua proverbiale solarità ha animato la serata, ripercorrendo parte della propria carriera, soprattutto al fianco del maestro Pasolini, sollecitato dalle domande dei conduttori, i giornalisti Paola D’Adamo e Guido Barlozzetti.
Davoli ha ricordato gli esordi, con una piccola parte proprio nel film che sarebbe stato proiettato di lì a poco in omaggio a Pasolini, Il vangelo secondo Matteo; un esordio che avrebbe conquistato il regista, che lo ha rivoluto anche per il successivo Uccellacci e uccellini, con Totò; da lì per Ninetto Davoli e Pier Paolo Pasolini inizia una lunga e fruttuosa collaborazione professionale che non tarderà a diventare amicizia autentica, che si interromperà solo a seguito dell’assassinio del regista, avvenuto nella notte tra il 1° e il 2 novembre sulla spiaggia dell’idroscalo di Ostia. “Quel giorno con Pier Paolo – ha ricordato l’attore – se n’è andato anche un po’ di Ninetto”.
Inevitabile un passaggio sulla tumultuosa vita giudiziaria del regista, sempre al centro di polemiche per i suoi film a cui la società italiana non era evidentemente pronta: i primi nudi, i primi “schiaffi” a un perbenismo – spesso solo di facciata – che stentava ad ammettere di ritrovarsi nelle opere del regista romano (d’adozione, Pasolini nacque a Bologna e approdò a Roma solo negli anni Cinquanta) e nella sua critica feroce, che era assolutamente autonoma e refrattaria alle semplicistiche definizioni di appartenenza, soprattutto politica, nonostante sia stato uno degli intellettuali-icona della sinistra italiana, di cui certamente condivideva alcune teorie, senza per questo perdere la propria autonomia intellettuale, che gli valse non poche polemiche, all’interno dello stesso ambiente. Indimenticabili, a proposito, i versi della poesia Il Pci ai giovani!, scritta a seguito degli scontri di Valle Giulia, nel ’68, nella quale la feroce critica borghese trova il suo obiettivo proprio in quella gioventù che gioca alla rivoluzione, ma nel profondo risulta conformista e borghese come i “padri” che allora “i figli di papà” contestavano; una critica feroce che inaspettatamente si risolveva con la difesa dei poliziotti, i veri proletari, i “figli dei poveri”. A distanza di quasi 50 anni da quegli eventi e da quei versi, al di là di ogni polemica politica, forse possiamo finalmente dare atto al regista e intellettuale “non conforme” che anche su questo aveva ragione, senza contare il verso profetico che troverà riscontro di lì a poco, per cui “La meta degli studenti non è più la Rivoluzione, ma la guerra civile”, anticipando di qualche anno quella che sarebbe stata la lucida follia delle Brigate Rosse.
Tornando alla serata di ieri, non solo cinema e il ricordo di Pasolini, al centro dell’agile intervista a Ninetto Davoli; l’attore ha anche ripercorso la sua avventura nella tv e nelle pubblicità, spiegando questi “scavallamenti” con candida sincerità: “Nel cinema non è che mi pagassero poi chissà quanto, mi dovevo mettere al sicuro”.
Tra battute e ricordi è infine giunto il momento della premiazione, avvenuta anche alla presenza del nipotino dell’attore; il premio alla carriera è arrivato dalle mani del primo cittadino di Vasto, Luciano Lapenna, il quale ha consegnato a Ninetto Davoli una statuetta del Monumento alla bagnante, che ha dato all’attore lo spunto per l’ultima battuta della serata: “È d’argento? No, perché… hai visto mai… dovesse servire…”.

n.l.

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